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La casa del boss non si tocca

Per 14 anni nessuno ha voluto abbattere l'abitazione abusiva dei Pesce a Rosarno. Poi un imprenditore edile che vive sotto scorta da 17 anni per aver denunciato la 'Ndrangheta ha accettato il lavoro...

Questo contenuto è stato pubblicato il 19 settembre 2014 - 13:35

Chi osa abbattere una casa appartenente a un boss della 'NdranghetaLink esterno? Nessuno. O quasi. Seppur abusiva - costruita in un'area archeologica a Rosarno - l'abitazione è stata abitata fino alla fino a giugno 2011. E questo nonostante l'ingiunzione di abbattimento fosse del 2000...

La casa abusiva apparteneva ai boss della famiglia Pesce di Rosarno: 250 m2 su un solo piano, realizzata a metà degli anni '80 in piena zona archeologica.

Tutti i bandi pubblici per appaltare l'abbattimento della casa sono andati deserti. L'ultimo dei quali fatto un anno fa. Il prefetto di Reggio Calabria ha dunque deciso di accelerare l'iter ed ha contattato l'impresa di Gaetano Saffioti che da 17 anni vive sotto scorta per avere denunciato boss e gregari della 'ndrangheta della Piana di Gioia Tauro. Saffioti ha accettato subito il lavoro e oggi la casa è stata finalmente demolita.

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