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L’anno in salita di Joe Biden

Un anno fa, esattamente il 7 novembre 2020, con l'arrivo dei risultati della Pennsylvania Joe Biden ha avuto la certezza di essere il presidente eletto degli Stati Uniti, al termine di un lungo conteggio dei voti (conteggio, lo ricordiamo, contestato dal suo avversario Donald Trump). Biden è poi entrato in carica il 20 gennaio 2021. Oggi la stella del presidente democratico, però, non brilla più come i primi cento giorni del mandato lasciavano presagire. Tra gli inquilini della Casa Bianca degli ultimi 40 anni, Biden è penultimo nel livello di apprezzamento. Peggio di lui solo Donald Trump.

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“La sua luna di miele con gli americani è stata breve a causa dell’Afghanistan. La decisione del ritiro era largamente condivisa, ma la gestione di Biden è stata così misera che ha gettato un’ombra sulla sua abilità di leader”, spiega Karlyn Bowman, analista dell’American Enterprise Institute.

Dalla Seconda guerra mondiale mai nessun presidente aveva visto crollare così tanto il proprio sostegno. Complice anche il sorgere della variante Delta del coronavirus; dopo l’estate Biden ha perso 14 punti percentuali. “Siamo molto polarizzati, per questo è importante notare come il gradimento per l’operato di Biden di chi si dichiara indipendente è passato da oltre il 60% al 34.

Questo è un tonfo enorme nel primo anno di presidenza”, sottolinea Karlyn Bowman, un’attenta osservatrice della politica americana, che pur riconoscendo a Biden simpatia umana e grande esperienza, rimane molto severa. “Aveva il talento del senatore, che è molto diverso dalle capacità di persuasione di un presidente. Un presidente necessità altre qualità e non sappiamo più se lui le abbia, non ha polso, sembra un po’ vecchio…”, dice l’analista.

A pesare sul giudizio presidenziale, lo stallo al Congresso, dove le divisioni tra i rappresentanti del uso partito non permettono all’agenda di Biden di divenire realtà. “Biden certamente ha responsabilità per queste lungaggini, non è stato in grado di mediare con successo tra la frazione più progressista e quella più moderata dei Democratici”, dice Bowman.

Dopo il piano infrastrutturale, al fotofinish Camera e Senato cercheranno di approvare il piano sulla riforma sociale, ma in ottica elettorale potrebbe non bastare. “Penso che i suoi indici salirebbero un pochino, ma è dura rifare breccia nell’opinione pubblica. Quando hai perso la fiducia è dura riconquistarla”, ricorda l’analista.

Come Reagan, Clinton e Obama, anche Biden si trova a dover invertire la rotta. E la strada lo sa è solo una. Perché, come ha detto lo stesso Biden: “Quello che so è che la gente da noi vuole fatti”.

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