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L'Aja, aperto il processo a Laurent Gbagbo

L'ex presidente della Costa d'Avorio è accusato di crimini di guerra e contro l'umanità nel conflitto civile scoppiato nel 2010; si dichiara innocente

Questo contenuto è stato pubblicato il 28 gennaio 2016

Alla Corte penale internazionale dell'Aja si è aperto giovedì il processo a Laurent Gbagbo, ex presidente della Costa d'Avorio. È accusato di crimini di guerra e contro l'umanità.

Sarebbe responsabile della morte di almeno 3 mila persone durante il conflitto civile scoppiato nel 2010. Gbagbo si è dichiarato innocente.

Per Laurent Gbagbo, è giunto il momento di parlare davanti ai giudici, si ripercorrere e ricostruire quanto accaduto nel 2010. Lui si è dichiarato innocente: i 3 mila morti delle rivolte nelle strade del suo paese non sarebbero una sua responsabilità.

La pensano diversamente i procuratori della Corte penale internazionale, che per la prima volta porta alla sbarra un capo di Stato. Laurent Gbagbo, 70 anni, è accusato di crimini di guerra e contro l'umanità.

I fatti risalgono al 2010, quando l'ex presidente perde le elezioni. Vince l'attuale presidente del paese africano: Alassane Ouattara. Da entrambe le parti si denunciano brogli, esplode il finimondo, la Costa d'Avorio di spacca in due.

Ci sono scontri, rivolte, omicidi, persecuzioni e stupri di massa. Una guerra civile. Un bagno di sangue. Secondo l'accusa a fomentare tutto questo sarebbe stato proprio Laurent Gabgbo.

Per riportare l'ordine nel Paese, nel 2011, è necessario un intervento internazionale fortemente voluto dalla Francia che, da sempre, ha una certa presa sul paese africano. Le forze speciali di Parigi arrestano Gbagbo.

I suoi sostenitori ritengono che l'ex presidente sia un prigioniero politico della Francia che in Costa d'Avorio aveva interessi economici da tutelare. Cosa che avrebbe garantito Ouattara. Il quale, secondo questa visione, oggi meriterebbe di stare davanti ai giudici accanto a Gbagbo.

Intanto la Costa d'Avorio resta un paese fragile, in cerca di stabilità, nel quale -a distanza di cinque anni- ancora si sentono gli strascichi delle divisioni.

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