La folla, riunita a Tel Aviv e altre città, ha condannato gli estremismi; il Governo autorizza intanto arresti preventivi per combattere il terrorismo ebraico
In Medio Oriente, rischia di riaccendersi la miccia dell’odio dopo la morte del bambino palestinese di 18 mesi ucciso da estremisti israeliani. Ma sabato sera, a Tel Aviv e in altre città, migliaia di manifestanti sono scesi in piazza per dire no a violenza ed estremismi.
Il governo israeliano, intanto, ha annunciato un giro di vite che prevede la cosiddetta detenzione amministrativa, una sorta di custodia cautelare a tempo indeterminato anche solo sulla base del sospetto di violenza politica.
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.
Per saperne di più
Altri sviluppi
Territori palestinesi, uccisi due 17enni
Questo contenuto è stato pubblicato al
Dopo la morte venerdì di un bambino di un anno e mezzo, bruciato in un attacco di coloni estremisti, nei Territori palestinesi le forze militari israeliane hanno ucciso due ragazzi a Gaza e in Cisgiordania. Un 17enne è morto sabato mattina per le ferite riportate a un checkpoint vicino a Ramallah, dove venerdì sono scoppiati…
Coloni uccidono un bimbo: tensione in Cisgiorgdania
Questo contenuto è stato pubblicato al
Un bambino palestinese è stato ucciso nella notte in un attacco condotto da coloni ebrei. Il primo ministro israeliano Netanyahu condanna l’uccisione e parla di “atto di terrorismo”. Ma la situazione rischia di farsi molto critica. E oggi si tiene la già prevista “giornata della collera”.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Sale la tensione a Gerusalemme, dopo l’irruzione della polizia israeliana nella moschea di Al-Aqsa, terzo luogo santo dell’Islam, tra i fedeli in preghiera. Secondo Tel Aviv, l’intervento era volto a sgomberare decine di giovani palestinesi rinchiusi al suo interno che stavano preparando una rivolta. Ma dopo questo episodio, si temono proteste e violenze.
Ancora macerie a Gaza a un anno da “Margine protettivo”
Questo contenuto è stato pubblicato al
A un anno dall’offensiva militare israeliana nella Striscia di Gaza le macerie continuano ad essere il tratto distintivo della regione. Scattata l’8 luglio 2014 l’operazione “Margine protettivo” doveva porre fine al lancio di razzi su Israele e alla costruzione di cunicoli sotto la frontiera da parte dei militanti di Hamas, l’organizzazione che controlla questa parte…
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.