In gioco c'è il futuro: questo pensano gli iraniani che vanno a votare per la prima volta da quando sono state tolte le sanzioni internazionali al paese
Urne aperte in Iran, dove 55 milioni di elettori sono chiamati a rinnovare il parlamento e la cosiddetta “Assemblea degli Esperti”, l’organo religioso che ha il compito di eleggere, o destituire, la Guida Suprema, ovvero la massima autorità politica e religiosa, attualmente ricoperta dall’Ayatollah Alì Khamenei.
Un futuro appoggiato su un bilanciere che oscilla tra riformismo e conservatorismo, e che per questo è fatto di tempi più dilatati, rallentati.
Dal voto dunque, al quale partecipano per la prima volta anche tre milioni di giovani, potrebbe dipendere la rielezione di Rohani, nel 2017, ma anche un primo passo in direzione di una nuova epoca politica.
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