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Il padre di Renzi indagato per bancarotta fraudolenta

tvsvizzera

Inchiesta a Genova sulla compravendita nel 2010 di una società editoriale successivamente fallita

Questo contenuto è stato pubblicato il 19 settembre 2014 - 13:39

È finito nel registro degli indagati per bancarotta fraudolenta Tiziano Renzi, padre del presidente del Consiglio. L'avviso di garanzia, spiegano gli inquirenti genovesi che hanno aperto un'inchiesta sei mesi fa sulla compravendita nel 2010 della Chil Post, società di distribuzione dei giornali e appartenuta alla famiglia Renzi e successivamente fallita, è un atto dovuto collegato alla richiesta al GIP della proroga delle indagini preliminari. Per il momento, fa sapere la procura, non c'è alcuna imputazione.

Anche se la relazione del curatore fallimentare ipotizza diverse irregolarità connesse a passaggi sospetti di quote e a crediti ricevuti da banche. In particolare la compravendita nel dicembre 2010 della società piena di debiti era stata preceduta un mese prima dall'alienazione a un prezzo estremamente vantaggioso dell'unico ramo produttivo, quello dei servizi di marketing editoriale, alla ditta presieduta dalla moglie di Tiziano Renzi.

In pratica il padre del premier, secondo la tesi investigativa, avrebbe venduto a se stesso l'unico comparto remunerativo della società morente di cui si sarebbe poi sbarazzato grazie al suo acquisto da parte di un venditore ambulante. Dal 1999 al 2004, in epoca non sospetta, anche il premier Renzi era stato amministratore, con una quota del 40%, della Chil Post. Carica abbandonata dopo la sua elezione a presidente della Provincia di Firenze.

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