I greci hanno deciso: va rigettato il piano di aiuti avanzato dalla triade Ue-Bce-Fmi su cui il premier Alexis Tsipras aveva chiesto il coinvolgimento dei suoi concittadini. Contrariamente ai sondaggi della vigilia, che davano sostanzialmente alla pari i due schieramenti, i contrari si attestano oltre il 61 per cento. Il leader di Syriza, designato dalle urne in gennaio a capo del governo di Atene, ottiene così il mandato per proseguire sulle sue posizioni nelle dure trattative con Bruxelles, riportando una vittoria fondamentale in ottica interna.
Nelle piazze è subito scoppiata la festa ma la gioia dei contrari a un accordo ad ogni costo con i creditori internazionali non può dissipare gli interrogativi sul domani. La Bce ben presto interromperà, in assenza di un’intesa politica, l’intervento di soccorso in favore alle banche elleniche in crisi di liquidità.
Da parte sua il premier Tsipras ha ribadito la volontà di giungere a un accordo con gli interlocutori europei entro 48 ore. I cui leader però, pur avendo ripetuto che non è in discussione l’uscita della Grecia dal sistema dell’euro, dovranno incominciare a valutare il prezzo di un’eventuale Grexit. Fonti governative hanno fatto sapere in serata che la Grecia non ha nessuna intenzione di emettere una moneta parallela all’euro, come ventilato da più parti alla vigilia in caso di vittoria del No. Intanto in serata la cancelliera tedesca Merkel e il presidente francese Hollande hanno chiesto la convocazione di un vertice europeo per martedì.
La corrispondenza da Bruxelles di Tomas Miglierina
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