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Haiti un mese dopo Matthew

Nel Paese manca cibo e il difficile accesso all'acqua potabile favorisce il colera; 1 milione 400 mila persone dipendono dagli aiuti internazionali

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Poco più di un mese fa, Haiti è stata devastata dall’uragano Matthew. Per il paese caraibico, ancora in ginocchio per il terremoto del 2010, è stato un colpo durissimo: centinaia di persone hanno perso la vita, centomila sono rimaste senza una casa.

L’aiuto umanitario stenta ancora a raggiungere i più bisognosi. Secondo le Nazioni Unite, un milione e quattrocentomila haitiani (tra cui seicentomila bambini) dipendono dall’assistenza internazionale.

La casa della famiglia Alcima è stata distrutta dall’uragano Matthew [cfr. video]. Da un mese l’unico riparo per dodici persone è il tetto il lamiera dell’abitazione dei vicini, anch’essa crollata. Il padre, Daniel, è però fiducioso.

“Sto ricostruendo la nostra casa, un pezzo alla volta. Mia moglie cerca di vendere al mercato del caffè e del cacao, per guadagnare qualcosa”.

La tempesta non ha devastato solo le case, ma anche campi coltivati e orti. Manca quindi il cibo. E visto che pure le vie di comunicazione sono danneggiate, gli aiuti arrivano a singhiozzo.

“Oltre che quella riguardante il cibo, l’emergenza maggiore è l’accesso all’acqua potabile”, rileva Khalid Grein, di Aiuto Chiese protestanti svizzere. “Se non sarà trovata una soluzione nelle prossime settimane, ci ritroveremo davanti a una carestia catastrofica.”

Nel frattempo, la mancanza di acqua potabile ha causato l’insorgere del colera, che avrebbe già colpito un migliaio di bambini.

Gli abitanti di questa casa sono fortunati: l’abitazione ha resistito all’uragano e dispone di un serbatoio per l’acqua. La costruzione, con criteri antisismici, è stata finanziata dall’aiuto umanitario svizzero dopo il terremoto del 2010.

Il governo haitiano è però al centro delle critiche per non aver fatto nulla, dopo il sisma, per garantire alla popolazione delle abitazioni più solide. Una pecca drammaticamente messa a nudo dall’uragano Matthew.

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