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L’esercito di Damasco in marcia verso il confine turco

Soldati siriani acclamati dalla folla all entrata di Ain Issa, a nord di Raqqa e a una trentina di chilometri dal confine turco
Soldati siriani all'entrata di Ain Issa, città situata tra Raqqa e il confine turco. Keystone

È in corso un riassetto delle alleanze sul terreno del conflitto siriano. L'esercito di Damasco ha varcato nelle ultime ore l'Eufrate ed è passato nelle vicinanze di Raqqa, dirigendosi verso il confine turco. In precedenza, un primo manipolo di militari si è spostato da Hasake, nel nord-est, verso Tell Tamer.

Questi movimenti giungono all’indomani dell’accordo tra forze curdo-siriane e Governo siriano, per l’intervento delle truppe di Damasco lungo la frontiera con lo scopo di fermare l’offensiva di Ankara. L’intesa prevede che i soldati si attestino lungo tutta la fascia di confine con la Turchia.

Nel frattempo, sono oltre 150’000 gli sfollati e decine i civili uccisi mentre gli Stati Uniti hanno confermato il loro disimpegno dalla Siria nordorientale. Intanto, numerosi carri armati, mezzi blindati e unità militari dell’esercito turco e delle milizie arabe filo-Ankara sono entrati nel nord della Siria a ovest del fiume Eufrate, in un’area già controllata dalla Turchia, per sferrare un attacco a Kobane dal fronte occidentale.

Il leader di Ankara ha confermato anche l’intenzione di prendere d’assalto Manbij, altra località strategica curda che si trova a ovest del fiume Eufrate. “Il nostro accordo con gli Stati Uniti prevedeva che Manbij fosse evacuata dai terroristi in 90 giorni. È passato un anno e Manbij non è ancora stata evacuata”, ha affermato.

Le manovre statunitensi lasciano i curdi nelle mani di Assad, anche se sul territorio sono presenti diverse truppe speciali di Gran Bretagna e Francia. Questi Paesi sono alleati della Turchia nella NATO dove vale il principio della “legittima difesa collettiva”. Pertanto, se Assad dovesse attaccare i turchi, il presidente Erdogan potrebbe invocare l’Articolo 5 del Patto Atlantico.

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