La Turchia è intervenuta militarmente contro l’autoproclamato Stato Islamico, bombardando alcune postazioni dei miliziani in Siria e lanciando allo stesso tempo una vasta operazione anti-terrorismo che ha portato all’arresto di oltre 250 persone, sospettate di essere jihadisti o ribelli curdi.
Si tratta di una vera e propria svolta per Ankara, accusata a lungo di essere riluttante nel contrastare l’avanzata del Califfato. A scuotere il governo turco è stata l’uccisione di un suo soldato e l’attentato di quattro giorni fa a Suruc.
I caccia statunitensi e britannici, peraltro, potranno ora usare la strategica base aerea di Incirlik per colpire le postazioni del sedicente Stato Islamico. La località dista soli 120 chilometri dalla Siria.
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Valeria Talbot, ricercatrice dell’Istituto per gli studi di politica internazionale di Milano
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