A sei giorni dal referendum, le istituzioni e alcuni leader Ue si rivolgono più o meno direttamente ai greci, perché accettino il piano di aiuti e le riforme
A sei giorni dal referendum greco, le istituzioni dell’Ue e alcuni leader europei hanno detto la loro sul voto, lanciandosi così direttamente o indirettamente nella campagna per un “sì” nei confronti di Bruxelles.
“Se viene a mancare la capacità di trovare compromessi, l’Europa è persa”, ha dichiarato la cancelliera tedesca Angela Merkel. “Così va intesa anche questa frase, che spesso ho già detto: se l’euro fallisce, fallisce anche l’Europa”.
La porta per trovare un accordo resta dunque aperta, anche dopo il referendum. Il presidente francese François Hollande: “Se la Grecia dirà sì al piano, spero che i governanti greci riprendano i negoziati. Ma spetta a loro scegliere.”
Toni ancora più decisi da parte delle istituzioni europee: “Chiedo al popolo greco di votare sì”, ha detto il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, “perché questo referendum rappresenta un segnale per la Grecia e per tutti i paesi membri della zona euro”.
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