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Fuga dalla sartoria-lager in Argentina

Il racconto di Olga, immigrata boliviana, che è riuscita a liberarsi dall'impiego in un opificio clandestino

Questo contenuto è stato pubblicato il 05 luglio 2015 minuti

Più di 30'000 operai del settore tessile sono impiegati in Argentina in condizioni di lavoro analoghe alla schiavitù. Si tratta per lo più di immigrati boliviani sottoposti a turni giornalieri di 14-16 ore prestati in fatiscenti ambienti di lavoro, squallide stanze e sottoscala, ricavati da case trasformate in improvvisate sartorie senza alcuna autorizzazione.

Un sistema basato sulla corruzione e sulla compiacenza delle autorità preposte al controllo consente la diffusione di queste attività illegali e quando arriva la polizia, sempre troppo tardi, la produzione riprende l'indomani in un'altra parte. Olga è riuscita a liberarsi da questa schiavitù e ci racconta l'incubo, iniziato in Bolivia, con la promessa di un lavoro ben retribuito nella vicina Argentina.

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