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Il confino volontario dei (pochi) residenti di Monteviasco

RSI-SWI

Nei pressi della frontiera italo-svizzera gli abitanti della frazione montana di Monteviasco (Varese) vivono isolati anche dal coronavirus.


L’isolamento di Monteviasco, minuscolo borgo montano nel Varesotto a ridosso della frontiera con la Svizzera, si è ulteriormente accentuato durante il confinamento coatto decretato in seguito alla crisi pandemica. Il servizio del TG:

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Sette persone hanno infatti deciso di restare nelle loro semplici abitazioni e da quando nel novembre 2018 è stata chiusa la piccola funivia (per la morte del manovratore) la frazione a 950 metri di altitudine del comune di Curiglia è raggiungibile solo con una mulattiera con 1’400 gradini che si inerpica per la valle: per effettuare la salita ci vogliono non meno di 50 minuti.

Una situazione che costringe i carabinieri di Dumenza, gli unici autorizzati a spostarsi durante il lockdown, a percorrere due o tre volte alla settimana il ripido sentiero, con lo zaino in spalla, per portare cibo, medicinali e altre provviste agli irriducibili residenti.  

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