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Frasi sessiste, Trump sempre più isolato

Repubblicani di spicco prendono le distanze e dichiarano che non lo voteranno; l'elettorato, per ora, non sembra toccato più di tanto

Questo contenuto è stato pubblicato il 09 ottobre 2016 - 21:10

Il sondaggio più fresco di tutti è della ABC e dice che il 57% degli americani non vuole che Donald Trump lasci la competizione presidenziale per colpa delle frasi sessiste. Forse, dicono gli analisti, il suo elettorato non è più di tanto toccato da questa vicenda.

Ben altra bufera si sta abbattendo invece nel partito repubblicano dove in molti ritirano non solo l'eventuale stima residua ma anche il sostegno al tycoon.

Stavolta, li ha praticamente tutti contro. L'ex segretaria di Stato Condoleeza Rice, l'intero clan Bush, e gli ex candidati alla presidenza americana John McCain e Mitt Romney che hanno nettamente preso le distanze dopo la pubblicazione delle frasi sessiste risalenti al 2005. "Contenuti inaccettabili e degradanti per tutte le donne" ha detto Romney, "non voterò per Trump", ha rincarato Mc Cain. "Sono solo degli ipocriti moralisti" ha già sentenziato Trump. "Le possibilità ch'io lasci sono pari a zero".

L'imbarazzo in campo repubblicano è tale che neppure il più stretto entourage può fare a meno di dirsi perlomeno contrariato. A partire dal vice Mike Pence, costretto a dire che no, neppure lui può difendere quanto detto, ma che perlomeno Trump si è scusato. In un tale viluppo di volgarità e imbarazzo, anche la moglie Melania è uscita dal dorato guscio per chiarire che anche lei è offesa da quelle parole che reputa inaccettabili ("se sei una star puoi fare con le donne quello che ti pare" aveva detto Trump), ma che ha perdonato il marito e invita gli americani a fare altrettanto.

Gli esperti ora si interrogano sugli effetti di questo grave inciampo. Sabato, un altro esponente di spicco dei repubblicani, lo speaker della camera Paul Ryan, a sua volta critico con Trump, è stato fischiato dai sostenitori del tycoon, i quali in gran parte potrebbero non dare troppo peso alla vicenda.

Vicenda che incombe sul dibattito di domenica sera. Il secondo fra Hillary Clinton e Donald Trump. Ma neppure per la candidata democratica tutto sembra filare liscio: è vero, le pungolature che Trump aveva preparato sugli scandali sessuali del marito a questo punto sono pressoché irrilevanti. Ma in realtà è wikileaks a crearle grattacapi: "Mi sento molto lontana dalla classe media" avrebbe dichiarato nel corso di eventi legati alla grande finanza. Una Clinton troppo vicina ai poteri forti di Wall Street per essere una candidata democratica davvero credibile.

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