Francia al voto, Macron rischia la maggioranza
Il futuro di Macron si decide domenica - primo turno delle legislative - e soprattutto sette giorni dopo, al ballottaggio. La posta in gioco è chiara a tutti: manterrà la maggioranza assoluta che gli ha permesso di governare "da solo" per 5 anni o dovrà accontentarsi di avere quella relativa, con una sinistra unita che già promette di bloccargli le riforme?
Il presidente eletto se la dovrà vedere per la prima volta con un fronte compatto della gauche, arringata dal “tribuno” radicale Jean-Luc Mélenchon. Terreni di battaglia, la riforma delle pensioni e – negli ultimi giorni – la sicurezza e l’ordine pubblico.
Il settantenne capo de La France Insoumise, che è riuscito nell’impresa di riunire nel Nupes (Nuova Unione popolare ecologica e sociale) i pezzi di una sinistra disastrata alle presidenziali (soprattutto i socialisti all’1,7% con Anne Hidalgo e i Verdi, scesi sotto il 5% con Yannick Jadot), adesso tuona dai palchi di tutte le piazze rivendicando il “posto” di premier nel caso di vittoria.
Un risultato, quello che vedrebbe addirittura ribaltata la maggioranza, che neppure un sondaggio ha mai ipotizzato. Ma per complicare la vita della maggioranza – che oggi, insieme con i centristi del MoDem, è a 341 seggi (quella assoluta è fissata a 289) – basterebbe che i macronisti di “Ensemble!” si accontentassero di quella relativa.
Nel primo mandato, Macron ha dovuto rinunciare a quella che considera “la madre di tutte le riforme”, quella delle pensioni. Prima per il clima creato dai gilet gialli, poi per la pandemia e il conseguente stato di crisi generale. Ora, dopo aver annunciato che nell’estate del 2023 l’agognata “modernizzazione” – che porterebbe in una decina di anni l’età pensionabile a 65 anni – potrebbe sfumare per mancanza dei numeri in parlamento.
Se Nupes viene data testa a testa nelle intenzioni di voto con Ensemble! – anzi, un sondaggio vede la gauche avanti di mezzo punto rispetto alla maggioranza presidenziale (26,5% contro 26), il gioco dei due turni con gli scontri al ballottaggio che possono essere duelli o “triangolari”, favorisce i macronisti. I quali arriverebbero in testa con una forbice fra 270 e 305 seggi, contro i 180-210 della coalizione di sinistra.
Se Mélenchon ha fatto campagna a tamburo battente, molto meno appariscente è stata Marine Le Pen, che punta comunque a una trentina di seggi (contro gli 8 attuali). Addirittura nessun comizio per Emmanuel Macron, che ha lasciato la scena ai suoi alleati, primi fra tutti Edouard Philippe con il suo movimento Horizons e la premier Elisabeth Borne.
A complicare la situazione, il gioco delle “triangolari” nel ballottaggio, gli scontri a 3 che in gran parte vedranno schierati macronisti, sinistra e destra. Con la maggioranza presidenziale che sarà portata a cavalcare temi di destra nei vari collegi per contrastare gli avversari del Nupes.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.