Mario Draghi ha difeso giovedì un'ultima volta la politica monetaria ultra-accomodante che ha caratterizzato la sua presidenza della Banca Centrale Europea (Bce). Il suo mandato terminerà il 31 ottobre.
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tvsvizzera.it/Zz/reuters con RSI (TG del 24.10.2019)
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In un contesto caratterizzato da una crescita appena positiva e un degrado delle prospettive d’attività, Mario Draghi poteva difficilmente aspettarsi di essere salutato da applausi scroscianti dopo il suo ultimo intervento al Consiglio direttivo della BCE.
Verrà comunque ricordato da molti come “il salvatore dell’euro”, grazie alle misure introdotte dopo il suo storico discorso pronunciato nel 2012 nel quale aveva promesso di preservare “con ogni mezzo” (“Whatever it takes”) la moneta unica. Questo si è tradotto con tassi d’interesse al minimo e l’acquisto di 2’600 miliardi di euro di debito.
Durante l’ultimo intervento ha assicurato che i vantaggi della sua politica monetaria ultra-accomodante superano di gran lunga gli inconvenienti e ha negato che le critiche sollevate nei suoi confronti nelle ultime settimane abbiano guastato la fine della presidenza, che passerà a Christine Lagarde.
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