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Camerun, turisti italiani e ticinesi in ostaggio per qualche ora

Dodici turisti - sette svizzeri e cinque italiani - sono stati tenuti in ostaggio per qualche ora lunedì nel sudovest del Camerun da un gruppo separatista e sono stati poi liberati dopo l'intervento dell'esercito locale. "Stiamo bene e continueremo il viaggio", ha spiegato uno dei protagonisti della disavventura.

Questo contenuto è stato pubblicato il 04 aprile 2018
tvsvizzera.it/Zz/ats con RSI (TG del 04.04.2018)
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Il Dipartimento federale degli affari esteri elvetico (DFAE) ha confermato all'agenzia telegrafica svizzera "il rapimento e la successiva liberazione di sette cittadini svizzeri in Camerun". Le persone interessate stanno tutte bene ed i loro parenti sono stati contattati.

Assieme ai sette elvetici, tutti provenienti dal cantone Ticino, viaggiavano anche cinque italiani.  Sono stati presi in ostaggio nella località di Moungo-Ndor, nella regione di Nguti di lingua inglese, dove i separatisti stanno combattendo per uno stato indipendente. 

I turisti facevano parte del gruppo "African Adventure" ed erano diretti al Monte Manengouba per visitare i laghi gemelli.

Contattato dalla Radiotelevisione svizzera italiana, uno dei protagonisti della vicenda ha minimizzato l'accaduto. Si tratta di Athos Ghiringhelli, titolare di African Adventures. 

"Siamo stati fermati fuori da un villaggio da persone armate che rivendicano dei diritti sui loro territori. Abbiamo iniziato a trattare con loro e prima della conclusione delle trattative sono arrivate le forze che pattugliano queste aree del Camerun. Dopo un breve diverbio fra le due parti, la situazione si è calmata", ha detto, precisando poi che la disavventura non comprometterà il resto del viaggio che come prossima tappa prevede il Ciad.

Movimento separatista in Camerun

In Camerun il movimento indipendentista lamenta le discriminazioni degli anglofoni da parte della maggioranza francofona. Il primo ottobre dello scorso anno i separatisti hanno simbolicamente dichiarato l'indipendenza dello Stato "Ambazonia". Il presidente del Camerun Paul Biya ha reagito con forza, ordinando perquisizioni e restrizioni di viaggio.

Nel paese circa un quinto della popolazione è anglofona, una divisione linguistica risalente all'era coloniale.

Sempre nella stessa regione, due settimane fa l'esercito camerunese aveva liberato un tunisino, mentre un secondo era rimasto ucciso. Si tratta della prima vittima straniera morta nel conflitto.

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