Papa Francesco incontra il leader sciita al-Sistani
Incontro dai profondi significati simbolici quello avuto sabato da Papa Francesco nella città santa di Najaf, nel corso del suo viaggio in Iraq.
Il pontefice, giunto in aereo da Baghdad, è stato accolto dalla massima autorità sciita del paese, l’Ayatollah al-Sistani, nella sua residenza. Nel corso del vertice privato, durato una cinquantina di minuti, Papa Bergoglio ha ringraziato il religioso islamico per il suo impegno in favore delle minoranze nel suo paese.
Di fronte alla violenza e alle grandi difficoltà degli anni scorsi, ha detto Bergoglio – secondo quanto ha riferito il portavoce della sala stampa vaticana Matteo Bruni – la guida spirituale sciita ha levato la sua voce in difesa dei più deboli e perseguitati, affermando la sacralità della vita umana e l’importanza dell’unità del popolo iracheno.
Papà Francesco ha sottolineato anche “l’importanza della collaborazione e dell’amicizia fra le comunità religiose perché, coltivando il rispetto reciproco e il dialogo, si possa contribuire al bene dell’Iraq, della regione e dell’intera umanità”.
Da parte sua al-Sistani, che ha ringraziato Bergoglio per la visita, ha sostenuto che i cristiani dovrebbero vivere in pace e godere dei diritti come tutti gli altri iracheni.
Il leader sciita ha voluto soffermarsi anche sulla “soppressione delle libertà fondamentali e dell’assenza di giustizia sociale, in particolare delle guerre, degli atti di violenza, degli embarghi e dell’esodo di molti popoli nella nostra regione che soffrono, in particolare il popolo palestinese nei Territori occupati”.
Al termine dell’incontro il pontefice è ripartito in aereo per Nassiriya dove ha partecipato al summit interreligioso ad Ur dei Caldei – dove si trova la casa di Abramo, padre delle grandi religioni monoteiste – con l’arcivescovo di Bassora Habib Hermiz Jajou al Nawfali, l’esarca patriarcale Firas Drdr e altre autorità spirituali.
“Ostilità, estremismo e violenza non nascono da un animo religioso, sono tradimenti della religione”, ha affermato Bergoglio davanti ai suoi interlocutori. “Noi credenti – ha continuato – non possiamo tacere quando il terrorismo abusa della religione”.
Il commento del vaticanista:
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