All’indomani della sospensione della conferenza di pace di Ginevra e mentre in Siria, nella regione di Aleppo, si inasprisce l’offensiva dell’esercito governativo contro i ribelli, a Londra si è tenuta giovedì la conferenza dei paesi donatori.
La comunità internazionale ha raccolto oltre 10 miliardi di franchi, più di quanto ci si aspettasse. Aiuti destinati soprattutto ai paesi confinanti con la Siria, confrontati con una grave emergenza migratoria.
Obiettivo raggiunto e superato. Con promesse di donazione per circa dieci miliardi di franchi, la comunità internazionale ha raccolto a Londra un miliardo in più di quanto sperato.
Gli aiuti sono destinati in particolare ai paesi confinanti con la Siria: Giordania, Libano, Turchia. Paesi che ospitano quasi 4 milioni di siriani in campi profughi dalle condizioni di vita disperate
Alla quarta conferenza dei donatori, giovedì, c’erano i rappresentanti di 60 paesi; 30 i capi di stato, compreso il presidente della Confederazione Johann Schneider-Ammann, che per le vittime siriane ha promesso 50 milioni di franchi.
La Gran Bretagna ha donato 1,75 miliardi, la Germania 2,5 mentre l’Unione europea ne ha promessi 3,7.
Al centro della discussione, anche la necessità di garantire l’istruzione ai bambini siriani ospitati nei centri profughi. Un obiettivo prioritario per il segretario generale della nazioni unite Ban ki Moon.
L’azione odierna, oltre gli scopi umanitari, mira ad arginare il flusso migratorio verso l’Europa alimentato dal conflitto siriano. Un conflitto che in quasi sei anni ha fatto 250 mila morti e 4 milioni e mezzo di profughi. E che non accenna a finire.
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