La pressione migratoria continua a mettere a dura prova lo spazio Schengen. La Svezia, paese tradizionalmente generoso e accogliente, ha deciso di reintrodurre i controlli alle frontiere, mentre la Slovenia ha iniziato a disporre del filo spinato sul confine con la Croazia, scatenando le ire di quest’ultima.
Dal vertice di Malta sulla migrazione, però, giunge anche un piccolo segnale positivo. I leader europei si sono accordati per maggiori finanziamenti da destinare all’Africa, al fine di limitare l’esodo verso l’Europa.
Per convincere i migranti economici a non lasciare i loro paesi, sarà istituito un fondo di 1 miliardo e 800 milioni per l’aiuto allo sviluppo, la creazione di posti di lavoro e la lotta agli scafisti e ai passatori. Un fondo al quale parteciperà anche la Svizzera.
Quanto al futuro dello spazio Schengen, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk si dice preoccupato, ma non rassegnato: “I recenti sviluppi in Germania, Svezia, Slovenia e in altre paesi dimostrano chiaramente quanto sia grande la pressione migratoria sugli Stati membri. È vero, salvare Schengen è una corsa contro il tempo. Ma è un corsa che siamo determinati a vincere.”
Abbassare il riscaldamento per ridurre la dipendenza dal gas russo: è una proposta che vi convince? Quali altri soluzioni sarebbero attuabili?
Contrariamente ad altri Paesi europei, la Svizzera dipende solo in minima parte dal gas naturale. Questa fonte rappresenta infatti circa il 15% dei consumi energetici complessivi della Svizzera e viene usata soprattutto per il riscaldamento. Quasi la metà del gas consumato in Svizzera viene però dalla Russia e anche nella Confederazione si cercano soluzioni per…
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