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Temer manda l’esercito al confine col Venezuela

Una manciata di persone su una grossa strada asfaltata con, accanto, le bandiere di Brasile e Venezuela. Colline sul fondo
La frontiera resterà comunque aperta (immagine d'archivio). Keystone

Mentre continua l'esodo di venezuelani, che cercano di lasciare il Paese colpito dalla crisi, il Brasile ha annunciato di aver inviato i soldati al confine per "garantire il rispetto della legge e l'ordine pubblico".

La decisione del governo segue i recenti scontri a Pacaraima, tra residenti e migranti. In un messaggio alla nazioneCollegamento esterno trasmesso in tv, il presidente brasiliano Michel Temer ha osservato che la “tragica” situazione di Caracas minaccia la pace in Sudamerica.

Sono ormai milioni, i venezuelani che hanno abbandonato il loro Paese a causa della carenza di cibo e medicinali e dell’iperinflazione. I profughi non hanno sempre avuto fortuna, finendo in accampamenti rigidamente controllati, senza poter ottenere un lavoro e con episodi di xenofobia.

La frontiera resta aperta

Nello stato amazzonico di Roraima se ne sono stabiliti circa 30’000. Martedì, Brasilia aveva disposto il trasferimento di 189 di essi verso tre città del resto del Paese (San Paolo, Manaus e Joao Pessoa) per decomprimere la situazione alla frontiera.

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Durante la settimana, un totale di 270 rifugiati venezuelani saranno portati in sei città. A partire da settembre, il governo brasiliano prevede di “internalizzare” circa 1’600 venezuelani al mese in diversi punti del Paese.

Il programma è stato messo a punto anche su richiesta del governo dello stato di Roraima, che ha proposto la chiusura della frontiera con il Venezuela e decretato alcune limitazioni alle cure mediche per i venezuelani. 

La crisi politico-economica del Venezuela, osservano l’Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim) e l’Alto commissariato per i rifugiati dell’Onu (Unhcr), precipita in un’emergenza umanitaria che comincia ad assomigliare a quella del Mediterraneo. I passaggi ai valichi di confine sono 2-3’000 al giorno. Ecuador e Perù li hanno di fatto chiusi.

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Michel Temer si è opposto alla chiusura della frontiera ma ha assunto l’impegno di aumentare i trasferimenti.

Un centinaio torna a casa

Intanto, in Venezuela, il governo di Nicolas Maduro ha varato il piano “Torna in Patria”, che prevede sostegno economico per chi rientra e aiuto a cercare un lavoro.

A quanto risulta, ne hanno approfittato un centinaio di persone in Perù -una minima parte del mezzo milione rifugiatesi nel Paese- rientrate martedì in aereo da Lima a Caracas. 

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