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Costa d’Avorio, “gli attentatori sparavano in ogni direzione”

Il Paese era stato avvertito del rischio di attacchi jihadisti; quello di domenica a Grand Bassam è costato la vita a 16 persone e 6 terroristi

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L’attentato di domenica sulla spiaggia di Grand Bassam, in Costa d’Avorio, è stato rivendicato da Al Qaida nel Maghreb islamico ed è costato la vita a 16 persone e 6 degli attentatori. A gennaio, il Paese era stato avvertito del rischio di attentati jihadisti.

A poche ore dai fatti, sulla spiaggia, le tracce dell’attentato erano ancora tutte lì da vedere, tra lo scompiglio e l’incredulità di chi è arrivato dopo e la paura di chi, invece, ha vissuto tutto.

“Sparavano un po’ in ogni direzione”, riferisce una testimone. “Non si capiva a chi o a cosa mirassero. Poi hanno iniziato a sparare contro le persone. Dalla paura siamo scappati.”

Gli attentatori, giovani africani in jeans e maglietta, sono arrivati dal mare armati di kalashnikov e gilet militari. Un attacco senza precedenti in Costa d’Avorio, ma che ricorda molto il massacro dello scorso 26 giugno a Sousse, in Tunisia, dove membri dello Stato Islamico fecero 39 morti.

A Grand Bassam, luogo turistico e patrimonio dell’Unesco dal 2012, a uccidere 14 civili – tra cui 4 europei – e 2 soldati, è stato invece un commando di Aqmi, ovvero al Qaida nel Maghreb islamico.

Un attacco contro obiettivi facili, che il presidente ivoriano Ouattara ha subito condannato: “Questi attentati vigliacchi non saranno tollerati in Costa d’Avorio. Abbiamo preso importanti misure. Grazie all’intervento delle nostre forze dell’ordine questo attacco è stato gestito in 3 o 4 ore”.

A inizio anno, i servizi d’informazione occidentali avevano avvisato Abidjan che la Costa d’Avorio era nel mirino dei terroristi jihadisti. Questo specie dopo i sanguinosi attacchi contro alberghi in Mali, a novembre, e in Burkina Faso, a gennaio.

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