“La BCE giustifichi il quantitative easing”
Il governo federale tedesco si spenderà affinché la Banca centrale europea (BCE) chiarisca che i suoi programmi di acquisto dei titoli di Stato (quantitative easing) siano un'azione "proporzionale". La decisione dell'esecutivo segue una sentenza emessa martedì dalla Corte costituzionale tedesca, che ha criticato tali misure e affermato che in futuro, senza una verifica sostanziale, la Bundesbank non potrà più parteciparvi.
La corte era stata chiamata a stabilire la legittimità del piano di acquisti di bond lanciato dalla BCE ai tempi di Mario Draghi (Public sector purchase programme PSPP), in seguito a un ricorso promosso tra gli altri da Bernd Lucke, l’economista tedesco che fondò il partito Alternative für Deutschland per poi lasciarlo ritenendo che virasse troppo a destra.
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In sostanza, i giudici di Karlsruhe si limitano ad accettare le decisioni della Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE), la quale ha stabilito che il programma “non viola il divieto di finanziamento monetario” degli Stati membri. I trattati assegnano alla CGUE il mandato di interpretare l’applicazione delle misure e la decisione di legittimità adottata nel dicembre 2018 va rispettata, perché “se ogni Stato invocasse l’autorità di decidere della validità di atti dell’UE, questo ne minerebbe la applicazione uniforme”.
Tuttavia, nel giudizio di martedì, la Corte costituzionale tedesca critica la decisione della Corte europea e attribuisce al governo federale e al Bundestag, “sulla base della loro responsabilità”, “il dovere di adottare misure attive contro il PSPP nella sua forma attuale”.
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Secondo i giudici tedeschi, “la valutazione della Corte di giustizia dell’UE non soddisfa i criteri di una revisione comprensibile” sull’effettivo rispetto da parte della BCE dei limiti del suo mandato. Anzi, si obietta, “contraddice l’approccio metodologico adottato dalla CGUE praticamente in tutti gli altri settori del diritto dell’UE”.
Un programma di acquisti di titoli di stato come il PSPP, “che ha significativi effetti di politica economica, richiede che gli obiettivi di politica monetaria del programma e gli effetti di politica economica siano identificati, ponderati ed equilibrati l’uno rispetto all’altro”, osserva la corte.
Invece, “perseguendo incondizionatamente l’obiettivo di politica monetaria del programma – raggiungere tassi di inflazione inferiori, ma prossimi al 2% – e ignorando i suoi effetti di politica economica, la BCE ignora” il principio di proporzionalità e le sue decisioni “eccedono il mandato di politica monetaria” assegnatole.
Entro tre mesi
Stando alla Corte costituzionale tedesca, “non è possibile determinare se il PSPP violi” la Legge fondamentale o la responsabilità di bilancio del Bundestag, anche perché “non prevede un regime di condivisione dei rischi” fra la Banca centrale europea e i singoli istituti centrali.
Ma se la BCE non chiarirà che con il PSPP non procede “a obiettivi di politica monetaria sproporzionati e che abbiano effetti di politica fiscale e di bilancio”, alla Bundesbank è “proibito, dopo un termine di un periodo transitorio di massimo tre mesi”, partecipare al programma comune.
Il giudizio, precisa la Corte, non riguarda le misure adottate nell’emergenza coronavirus.
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