Confronto armato fra Israele e la Jihad islamica a Gaza
Prosegue con grande intensità il confronto armato fra Israele e la Jihad islamica a Gaza iniziato venerdi, dopo giorni di elevata tensione, con la uccisione di un responsabile militare della fazione islamica. Secondo il portavoce militare israeliano Ran Cochav è prevedibile che la operazione 'Breaking Dawn' proseguirà per almeno una settimana ancora.
Da Gaza, ha riferito la radio militare, sono stati lanciati verso Israele finora oltre 160 razzi. Di essi, 30 sono caduti all’interno della Striscia, mentre 130 hanno varcato il confine: sessanta sono stati intercettati dal sistema di difesa Iron Dome (“che ha registrato una percentuale di successo del 95%”) e altri 30 sono finiti in mare. I rimanenti sono caduti in zone aperte.
Nelle stesse ore Israele ha condotto 30 attacchi a Gaza, colpendo 40 obiettivi, “tutti della Jihad islamica”, secondo la radio militare. Fonti mediche di Gaza riferiscono che finora si sono avuti 11 morti (fra cui una bambina di cinque anni e due civili) e oltre 80 feriti. Secondo la radio militare, finora Hamas non partecipa attivamente ai combattimenti.
Nel frattempo sirene di allarme risuonano senza tregua nel sud di Israele, nell’area vicina alla striscia di Gaza. La Jihad, secondo la radio militare, spara contro i villaggi israeliani vicini al confine non solo razzi ma anche colpi di mortaio. Una stalla è stata centrata ed una persone è stata ferita di striscio.
Chiesta moderazione dall’Ue
“L’Ue segue con grande preoccupazione gli ultimi sviluppi a Gaza” e “chiede la massima moderazione a tutte le parti per evitare un’ulteriore escalation e altre vittime”. Così in una nota il portavoce del Servizio d’azione esterna Ue (Seae), Peter Stano.
“Sebbene Israele abbia il diritto di proteggere la sua popolazione civile, è necessario fare tutto il possibile per prevenire un conflitto più ampio, che colpirebbe le popolazioni civili di entrambe le parti e provocherebbe altre vittime e sofferenze maggiori”, sottolinea, indicando “la necessità di ripristinare un orizzonte politico e garantire una situazione sostenibile a Gaza”.
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