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Australia, il Cardinale George Pell condannato per pedofilia

Il Cardinale australiano George Pell è stato riconosciuto colpevole di abusi sessuali su minori. È il membro più in alto nella gerarchia ecclesiastica mai condannato per un caso di pedofilia.

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Il verdetto di un tribunale australiano risale allo scorso dicembre ma è stato reso noto solo martedì. “Il Cardinale continua a dichiararsi innocente”, hanno indicato i suoi avvocati che hanno annunciato che ricorreranno in appello. L’entità della pena non è stata ancora fissata. Dovrebbe essere comunicata nel corso di un’altra udienza mercoledì, ma Pell rischia fino a 50 anni di carcere.

La sentenza è un nuovo duro colpo alla Chiesa cattolica in seno alla quale si è appena concluso un summit proprio contro la lotta alla pedofilia. Papa Francesco ha promesso una “lotta a tutti i livelli” contro il fenomeno. Parole che faticano ha essere prese sul serio dalle vittime, data l’ampiezza e la gravità di questo genere di crimini in ambito ecclesiastico.

La condanna di Pell “è una notizia dolorosa”, ha reagito il Vaticano esprimendo il “profondo rispetto” per la giustizia australiana e ricordando che il Cardinale ha comunque il diritto di difendersi fino in ultima istanza.  

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Questo contenuto è stato pubblicato al Lo storico summit in Vaticano per la protezione dei minori, ha mostrato al mondo una Chiesa non più barricata in difesa sulla vergognosa questione della pedofilia.

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Il tribunale di Melbourne ha ritenuto Pell colpevole di aggressione sessuale e oltraggio al pudore ai danni di due chierichetti che all’epoca dei fatti avevano 12 e 13 anni. Avrebbe imposto del sesso orale a uno di loro e si sarebbe masturbato di fronte all’altro. 

Fatti che sarebbero stati commessi negli anni ’90 nella sacrestia della cattedrale di san Patrizio di Melbourne dove Pell era arcivescovo.

Una delle vittime è morta per overdose nel 2014, una conseguenza del trauma subito, secondo la famiglia. L’altra vittima ha sottolineato come l’iter giudiziario non sia ancora finito. “Come molti, ho vissuto la vergogna, la solitudine, la depressione, la lotta”. 

Il Cardinale, figura di spicco del tradizionalismo cattolico australiano e personalità molto influente, si era congedato dalle sue funzioni per difendersi. Resta tuttavia sulla carta alla guida del Segreteria per l’economia della Curia romana, ciò che lo rende il “numero 3” del Vaticano. 

Tuttavia, all’indomani della sua condanna in dicembre è stato l’esonero di Pell dal prestigioso Consiglio dei nove Cardinali (il cosiddetto “C9”), istituito da papa Francesco per governare la Santa Sede e riformarne l’amministrazione.  

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