In Libia le armi per ora tacciono
È in vigore dalla mezzanotte di sabato il cessate il fuoco in Libia. Il capo del Consiglio presidenziale del Governo di accordo nazionale libico (GNA), Fayez al Serraj, ha infatti accettato il cessate il fuoco proposto da Turchia e Russia al quale hanno aderito sabato in serata anche le forze del generale dell'Est, Khalifa Haftar.
In un comunicato pubblicato nella notte di sabato sulla pagina media del GNA, il premier libico Sarraj, oltre a confermare l’adesione al cessate il fuoco a partire dalla mezzanotte e a promettere di difendersi in caso di sua violazione, invita le parti a una trattativa sotto l’egida delle Nazioni Unite.
Una trattativa, si precisa, con la quale pervenire a una tregua duratura e utile per lavorare con tutti i libici nell’ottica di una riunione per l’unità nazionale. Si tratterebbe di un incontro utile in preparazione della conferenza di Berlino tesa a permettere di giungere alla pace.
L’annuncio è arrivato al termine di una intensa giornata sul fronte diplomatico, con l’incontro a Roma Conte-Sarraj e quello a Mosca tra la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente russo Vladimir Putin.
Futuro incerto
Quanto ai passaggi successivi alla tregua, la comunità internazionale ha non pochi dubbi. I primi li ha espressi proprio il premier italiano Giuseppe Conte. L’Ue, ha spiegato, è “la massima garanzia che si possa offrire all’autonomia e all’indipendenza” della Libia, garanzia “di non rimettere le sorti future del popolo libico alla volontà di singoli attori”.
Come dire, sta ora ai libici decidere a chi affidarsi. Non a caso dopo l’incontro con il premier libico Fayez al Sarraj, Giuseppe Conte ha sentito il presidente francese Emmanuel Macron con il quale ha ribadito l’importanza del “coordinamento europeo”. E, a quanto si apprende, è in agenda anche una telefonata con la cancelliera.
La priorità ora è la conferenza di Berlino, che Merkel da Mosca ha assicurato che si terrà a breve. L’impegno dell’Italia punta infatti ad una rapida realizzazione del summit, aperto a tutte le parti, per il quale, secondo Sarraj, l’ostacolo è sempre lo stesso: il generale dell’Est, Khalifa Haftar.
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