Biden e il problema dei rifugiati haitiani
A scuotere ed imbarazzare la Casa Bianca è la crisi umanitaria al confine col Messico, che coinvolge soprattutto migliaia di migranti provenienti da Haiti. Famiglie disperate che fuggono dalle macerie del terremoto, dalla miseria e dalla violenza, e che tentano disperatamente di entrare negli Stati Uniti attraversando il Rio Grande, ammassandosi sotto il lungo ponte che porta in Texas.
Di fronte a una situazione sempre più drammatica Washington ha varato la linea dura dei respingimenti. Ma il presidente americano deve fare ora i conti con un gesto clamoroso: le dimissioni dell’inviato speciale Usa ad Haiti, Daniel Foote, che in una lettera al Dipartimento di Stato denuncia senza mezzi termini “il trattamento disumano” riservato ai migranti haitiani e attacca la politica dei rimpatri forzati definita “sbagliata e controproducente”. Una politica, scrive, “a cui non voglio essere assolutamente associato”, fatta di “interventi che hanno prodotto e stanno producendo solo risultati catastrofici”.
“Le mie raccomandazioni sono state ignorate e messe da parte”, attacca quindi il diplomatico di lungo corso che proprio Biden aveva nominato nel luglio scorso inviato speciale a Port-au-Prince, dopo l’assassinio del presidente haitiano Jovenel Moise.
Sul fronte della crisi al confine colpisce anche il sostanziale silenzio della vicepresidente Kamala Harris, a cui tra l’altro Biden aveva affidato proprio il dossier immigrazione. La popolarità dell’ex senatrice comunque è al 49%, più del commander in chief, e chissà se il rimanere dietro le quinte non sia piuttosto un calcolo politico.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.