Con Niki Lauda se ne va una leggenda della Formula 1
Il pilota austriaco Niki Lauda si è spento lunedì all'età di 70 anni. Si era laureato tre volte campione del mondo, due delle quali al volante di una Ferrari.
I suoi polmoni erano rimasti gravemente danneggiati in seguito all’incidente avvenuto il primo agosto 1976 sul circuito del Nürburgring, in Germania. Al secondo giro del Gran Premio, la sua Ferrari era andata a cozzare violentemente contro il muretto e si era incendiata. Lauda era rimasto quasi un minuto nel cockpit, prima che altri tre piloti – Arturo Merzario, Brett Lunger e Guy Edwards – riuscissero ad estrarlo. Dopo alcune ore trascorse tra la vita e la morte, Lauda sopravvisse, rimanendo però sfigurato.
Il servizio della RSI sulla morte di Niki Lauda; il pilota austriaco – intervistato tre anni fa dal Quotidiano – rievoca il suo rapporto con il compagno di squadra ticinese Clay Regazzoni, che intercedette con Enzo Ferrari affinché venisse ingaggiato nella scuderia italiana.
Con grande coraggio, dopo soli 42 giorni dall’incidente Lauda tornò a gareggiare al Gran Premio d’Italia, conquistando addirittura il quarto posto. Il duello che lo opponeva a James Hunt proseguì fino al termine della stagione. L’ultima gara, in Giappone, si svolse sotto una pioggia torrenziale e Lauda – memore probabilmente dell’incidente occorsogli appena pochi mesi prima – si ritirò dopo due giri. Hunt portò invece a termine il Gran Premio, ottenendo i punti necessari per vincere il Mondiale.
La rivalità con Hunt è stata anche portata sul grande schermo dal regista Ron Howard, nel film Rush del 2013.
Durante la sua carriera, il pilota austriaco, nato il 22 febbraio 1949 a Vienna, ha conquistato tre Mondiali – nel 1974 e nel 1977 al volante della Ferrari e nel 1984 con la McLaren – e disputato 177 Gran Premi, vincendone 25.
Dopo aver messo fine alla sua carriera una prima volta nel 1979, Lauda – pilota di linea sperimentato – fondò una compagnia aerea, la Lauda Air. Nel 1982 ritornò al volante della McLaren, con cui come detto conquistò il terzo titolo mondiale nel 1984.
Dopo aver detto definitivamente addio al mondo della Formula 1 nel 1985, Lauda continuò la sua carriera di uomo d’affari, gestendo la sua compagnia aerea, venduta alla Austrian Airlines nel 2002. Due anni dopo lanciò con successo un’altra compagnia aerea, la low-cost flyniki, che cedette nel 2011 alla Air Berlin. Nel 2012 fece ritorno nel mondo delle corse, diventando presidente non esecutivo della scuderia Mercedes.
“I suoi risultati unici come atleta e imprenditore sono e rimarranno indimenticabili, come il suo instancabile entusiasmo per l’azione, la sua schiettezza e il suo coraggio. Un modello e un punto di riferimento per tutti noi, era un marito amorevole e premuroso, un padre e nonno lontano dal pubblico, e ci mancherà”, scrivono i familiari.
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