Alle presidenziali l’uomo da battere è Rodrigo Duterte, il Donald Trump filippino, ovvero l’uomo che si dice pronto a morire per risolvere i problemi della sua gente
Le Filippine hanno un appuntamento cruciale lunedì con le presidenziali. Dopo sei anni sotto la guida di Benigno Aquino, in cui l’economia è cresciuta del 6%, c’è la possibilità che si cambi radicalmente. Perché se i sondaggi sono affidabili, il nuovo presidente potrebbe essere Rodrigo Duterte, che molti definiscono «il Donald Trump filippino» per le sue dichiarazioni forti. Il timore è che con lui, una delle democrazie più vibranti d’asia, composta da 100 milioni di abitanti, possa ripiombare nell’autoritarismo del passato.
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Daniele Mariani
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