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“Una ricostruzione spirituale”

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Così l'arcivecovo dell'Aquila. sul tema anche il Papa m,e il vescovo ausiliare

La ricostruzione dell’Aquila è soprattutto una impresa spirituale”. Così l’arcivescovo dell’ Aquila, Giuseppe Petrocchi, durante l’omelia della Santa Messa celebrata mezz’ora dopo la mezzanotte nella chiesa delle Anime Sante, nel cuore del centro storico, uno dei simboli del terremoto del 6 aprile 2009.

La celebrazione ha seguito il momento più toccante della commemorazione delle 309 vittime a cinque anni dal sisma quando, al termine della fiaccolata, in una piazza Duomo che ha ancora visibili i segni della distruzione, nonostante i cantieri attivati, alla presenza di migliaia di persone in un clima di grande commozione, c’è stata la lettura dei nomi di chi ha perso la vita nella tragedia.

“I familiari delle vittime hanno il diritto alla sofferenza e gli altri il dovere del rispetto della sofferenza”, ha detto ancora Petrocchi.

L’evento per la commemorazione si è concluso nel freddo pungente poco dopo le 3 e 32, ora della tragedia, con i 309 rintocchi alla memoria delle vittime: alla veglia che ha introdotto i rintocchi presieduta da monsignor Giovanni d’Ercole, vescovo ausiliare, ha preso parte un numero sensibilmente minore dei 12 mila che hanno animato la fiaccolata partita intorno alle 23,00.

Prima della Santa Messa il presidente della Regione, Gianni Chiodi, che fino alla fine di agosto del 2012 è stato commissario per la ricostruzione, ha detto che “gli aquilani non molleranno mai e se fossi un giovane non me ne andrei dall’Aquila”. Proprio i giovani sono stati i protagonisti della nottata di commemorazione con una presenza in massa alla fiaccolata e poi alla commemorazione.

Il papa prega per la risurrezione degli aquilani

“Sono passati esattamente cinque anni dal terremoto che ha colpito L’Aquila e il suo territorio”, ha detto il Pontefice dopo la preghiera mariana in Piazza San Pietro. “In questo momento – ha proseguito – vogliamo unirci a quella comunità che ha tanto sofferto, che ancora soffre, lotta e spera, con tanta fiducia in Dio e nella Madonna”. “Preghiamo per tutte le vittime – ha aggiunto, interrotto dall’applauso della folla -: che vivano per sempre nella pace del Signore. E preghiamo per il cammino di risurrezione del popolo aquilano: la solidarietà e la rinascita spirituale siano la forza della ricostruzione materiale”.

Condannati a risorgere”, gli fa eco il vescovo ausiliare

.”Il Papa ha detto che prega perché il popolo dell’Aquila possa risorgere: posso dire che noi siamo condannati a risorgere, perché o si muore o si va avanti”. Lo ha detto alla trasmissione “Stanze Vaticane” di Tgcom24, mons. Giovanni D’Ercole, vescovo ausiliare dell’Aquila, commentando le parole di papa Francesco all’Angelus. “Dobbiamo prendere in mano la situazione”, ha aggiunto il vescovo, “dopo cinque anni bisogna decidersi, se non c’è l’impegno di tutti non si va avanti. Il Papa ha parlato anche di rinascita spirituale che è il fondamento della rinascita materiale. Speriamo che questo messaggio del Papa arrivi al cuore di tutti gli aquilani”.

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