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“Neutralità rafforzata come la Svizzera”

Una barriera contro i carri armati in un villaggio appena fuori Kiev.
Una barriera contro i carri armati in un villaggio appena fuori Kiev. Copyright 2022 The Associated Press. All Rights Reserved.

Il capo della delegazione negoziale ucraina David Arakhamia ha proposto un concetto di "neutralità rafforzata" per l'Ucraina in base al quale è necessario fare affidamento sul proprio esercito, "come la Svizzera, o Israele, che hanno un esercito di riserva che può essere mobilitato in gran numero e dare la risposta necessaria in caso di aggressione".

Dopo i colloqui di ieri a Istanbul tra le due delegazioni, oggi escono alcuni temi discussi tra russi e ucraini. Secondo il capo negoziatore russo Vladimir Medinsky, “l’Ucraina per la prima volta ha mostrato di essere pronta a soddisfare le condizioni per costruire relazioni di buon vicinato con la Russia” e “discuterne le richieste di principio”.

“Se questi impegni vengono onorati, la minaccia che la NATO abbia un punto di appoggio nel territorio ucraino verrà eliminato”, ha aggiunto Medinsky. Comunque, “la posizione di fondo della Russia sulla Crimea e il Donbass non è cambiata”, ha sottolineato il capo negoziatore di Mosca.

Come la Svizzera…

Dal canto suo, il capo della delegazione negoziale ucraina David Arakhamia in un’intervista a RBC ha detto che nei negoziati con la Russia, l’Ucraina ha proposto “un concetto di “neutralità rafforzata”, in base al quale è necessario fare affidamento sul proprio esercito, oltre che disporre di garanzie” di sicurezza.

“Cioè – ha precisato Arakhamia – come la Svizzera, o Israele, che hanno un esercito di riserva che può essere mobilitato in gran numero e dare la risposta necessaria in caso di aggressione”. “Come si suol dire, confida in Dio, ma non sbagliarti su te stesso. Pertanto, il concetto di ‘neutralità fortificata’ ci è molto vicino”, ha aggiunto Arakhamia.

La questione del Donbass

La questione dello status del Donbass “è la più difficile” ha sottolineato il negoziatore ucraino all’indomani del round di colloqui con la Russia in Turchia. Arakhamiya ha spiegato che l’argomento resta “tra parentesi” ed in Turchia “non è stato toccato”. I due team “non avevano un mandato politico sufficiente per discuterne e quindi l’hanno tirato fuori prima dell’incontro dei leader e hanno lavorato su tutte le altre questioni”, ha aggiunto.

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Il ruolo della Cina

Nel frattempo la Cina invita Mosca e Kiev “a continuare i colloqui di pace nonostante le difficoltà”. E Pechino “sostiene i risultati positivi raggiunti finora nei negoziati, il raffreddamento della situazione sul campo il prima possibile e gli sforzi compiuti dalla Russia e da altre parti per prevenire una crisi umanitaria su larga scala”.

Lo ha detto il ministero degli Esteri cinese Wang Yi nell’incontro bilaterale avuto mercoledì con il suo omologo russo Serghei Lavrov, sottolineando che la questione dell’Ucraina ha “origini complesse: non è solo lo scoppio dell’accumularsi a lungo termine di conflitti per la sicurezza in Europa, ma è anche il risultato della mentalità della Guerra Fredda e del confronto tra gruppi”.

A lungo termine, ha aggiunto Wang nel resoconto fornito da Pechino, “dovremmo imparare le lezioni della crisi, rispondere alle legittime preoccupazioni in materia di sicurezza di tutte le parti sulla base dei principi del rispetto reciproco e dell’indivisibilità della sicurezza, e costruire un’architettura di sicurezza europea equilibrata, efficace e sostenibile attraverso il dialogo e il negoziato, in modo da raggiungere una stabilità a lungo termine in Europa”.

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