Via libera al Senato più snello
Approvata la riforma costituzionale che prevede la fine del bicameralismo perfetto e la riduzione da 315 a 100 senatori eletti dai Consigli Regionali
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Riforma del Senato, sì di Palazzo Madama
Il Senato italiano cambia. Decisamente. Anche se il nuovo disegno di legge (ddl Boschi) non è stato votato da tutti i gruppi parlamentari. In particolare i senatori del Movimento 5 stelle, Sel (sinistra ecologia libertà), Lega e buona parte dei senatori di Forza Italia hanno lasciato l’aula prima e al momento del voto.
Comunque il ddl Boschi (ddl 1429b) è stato approvato dal Senato poco fa con 179 favorevoli, 16 contrari e 7 astenuti.
Cosa cambia
Il nuovo senato continuerà a chiamarsi Senato della Repubblica. Sarà composto da 100 senatori (oggi 315): 95 senatori eletti dai Consigli Regionali mentre i 5 rimanenti saranno nominati direttamente dal Capo dello Stato. I 95 seggi a disposizione dei Consigli Regionali saranno poi ripartiti tra 74 consiglieri regionali e 21 sindaci. I 5 senatori nominati dal Presidente della Repubblica, che sostituiranno i senatori a vita, saranno scelti secondo i loro altissimi meriti.
Non solo. I 95 senatori eletti dai Consigli Regionali saranno ripartiti tra le regioni sulla base degli abitanti di queste ultime. Ogni Regione dunque non avrà lo stesso peso, come capita ad esempio negli Stati Uniti e in Svizzera dove ogni stato è rappresentato da 2 senatori).
Come cambiano i poteri
La Camera dei deputati sarà l’unica a votare la fiducia del governo e sarà soprattutto l’unica assemblea legislativa. A Palazzo Madama resterà la funzione di “raccordo tra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica”. Si parla dunque giustamente di superamento del bicameralismo paritario, con il Senato che fungerà soprattutto da rappresentanza delle istituzioni territoriali.
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