Ex brigatisti arrestati in Francia
Sette "terroristi rossi", condannati in Italia per crimini commessi negli anni '70 e '80, sono stati arrestati in Francia mercoledì mattina su richiesta italiana, ha annunciato la presidenza francese. Tre altri sono ricercati.
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Secondo quanto l’agenzia di stampa Ansa ha appreso da fonti investigative, i sette fermati sarebbero Enzo Calvitti, Giovanni Alimonti, Roberta Cappelli, Marina Petrella e Sergio Tornaghi, tutti delle Brigate Rosse; Giorgio Pietrostefani di Lotta Continua e Narciso Manenti dei Nuclei Armati contro il Potere territoriale.
La decisione di trasmettere alla giustizia dell’Esagono questi ed altri tre nomi nomi, sulla base di “richieste italiane che interessavano inizialmente 200 individui” è stata presa dal presidente Emmanuel Macron e “rientra strettamente” nella cosiddetta “Dottrina Mitterrand”, dal nome dell’ex presidente socialista, che prevede la concessione dell’asilo agli ex brigatisti salvo per i responsabili di crimini violenti.
L’estradizione degli attivisti di estrema sinistra rifugiatisi in Francia dopo gli Anni di piombo, segnati da attentati e violenze da parte delle Brigate Rosse soprattutto tra il 1968 e il 1982, è richiesta dall’Italia da anni, ma la Francia non vi ha quasi mai dato seguito.
La stesura di questa lista di dieci nomi è il frutto “di un importante lavoro preparatorio bilaterale durato diversi mesi, che ha condotto a considerare esclusivamente i crimini più gravi”, sottolinea l’Eliseo.
“Il presidente ha voluto far fronte a questo tema come l’Italia chiedeva da anni (…) La Francia, anch’essa toccata dal terrorismo, comprende l’assoluto bisogno di giustizia per le vittime”, scrive la presidenza francese, “e ciò si iscrive nell’impellente necessità della costruzione di un’Europa di Giustizia, al cui centro c’è la fiducia reciproca”.
La giustizia deve ora pronunciarsi sull’estradizione. Gli ex brigatisti dovranno presentarsi nelle prossime 48 ore presso la Procura generale a Parigi affinché un giudice non disponga della loro eventuale detenzione o libertà vigilata nell’attesa dell’esame delle richieste d’estradizione italiane.
Questo dossier è tornato d’attualità dopo il ritorno in Italia di Cesare Battisti, catturato nel gennaio del 2019 in Bolivia e estradato in Italia dopo oltre quarant’anni passati in Francia e poi Brasile. L’allora ministro dell’interno italiano Matteo Salvini aveva allora affermato che la Francia dava rifugio da decenni a degli “assassini che hanno ucciso degli innocenti” e aveva chiesto il ritorno in Italia di “una quindicina di terroristi italiani che sono stati condannati ma che stanno facendo la bella vita in Francia.”
Il commento di Andrea Purgatori
tvsvizzera.it/Zz/afp con RSI (TG del 28.04.2021)
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