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Maurer a Roma, colloqui su fisco e migrazione

Il capo del Dipartimento federale delle finanze ha incontrato il suo omologo Padoan, poi il ministro dell'Interno Alfano

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Il consigliere federale Ueli Maurer ha trascorso la giornata di martedì a Roma, per una serie di incontri ministeriali. Il ministro delle finanze ha incontrato dapprima il suo omologo Pier Carlo Padoan, quindi il ministro dell’Interno Angelino Alfano.

In entrambi i dossier trattati, fisco e migrazione, il dialogo tra Berna e Roma appare ottimo.

Ueli Maurer a Roma, in un’estate torrida, sul fronte sbarchi, la situazione non è ancora allarmante, ma la Svizzera si prepara. Il confine più caldo è quello di Chiasso, e la collaborazione con l’Italia è fondamentale.

“Se i numeri dovessero aumentare”, ha detto il consigliere federale, “dovremo essere pronti ad affrontare una situazione d’emergenza, quindi dovremo rafforzare la nostra presenza in Ticino, più protezione civile, più polizia, più esercito, più esperti di migrazione, ci vorranno anche più risorse per il cantone. Ma per ora non è ancora il caso.”

All’eventuale cellula di crisi in Ticino, Maurer ha rivolto l’invito a partecipare anche alle autorità italiane. L’azione congiunta, dice il consigliere federale, può rafforzarsi.

“Abbiamo chiesto una maggior presenza di guardie di confine italiane lungo la frontiera, così da poter agevolare il rimpatrio dei migranti che si possono respingere immediatamente. L’Italia ora ha un dispositivo pari alla metà del nostro. Secondariamente abbiamo lanciato l’idea di pattuglie congiunte sui treni che da Milano viaggiano verso Parigi.”

Futuro delle piazze finanziarie dopo la Brexit, ma soprattutto frontalieri, nei colloqui con il ministro dell’economia Padoan. Colloqui, sostiene Maurer, distesi e ben auguranti.

“Padoan ha riconosciuto che ci sono stati dei passi avanti da parte nostra, i punti critici che l’Italia aveva evidenziato si stanno risolvendo, i tempi della nostra democrazia d’altronde sono lunghi, Padoan in ogni caso è soddisfatto, Ticino, Berna e Roma hanno fatto progressi e credo che le divergenze verranno appianate presto.”

Rimane l’ostacolo principale, il più delicato, un’applicazione eurocompatibile dell’iniziativa del 9 febbraio. Su questo l’Italia non è disposta a compromessi.

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