La televisione svizzera per l’Italia

Marche, sale il numero delle vittime

RAgai cercano di pulire le strade piene di fango a Senigallia
L'alluvione è stato causato da un temporale auto-rigenerante e non prevedibile. Lo sostengono gli esperti. Lapresse

Proseguono senza sosta le ricerche dei due dispersi dopo il violento nubifragio che ha colpito il Senigalliese (Marche) nella notte fra giovedì e venerdì: all’appello mancano ancora un bambino e una donna (che non hanno legami familiari); il corpo di un uomo è stato rinvenuto nella mattinata facendo salire a undici il conteggio dei morti.

I soccorritori hanno lavorato incessantemente per aiutare gli sfollati. Sono 400 in totale gli interventi effettuati nelle ultime ore. Nel frattempo, è stato parzialmente anche riattivato il servizio idrico all’interno di molte abitazioni.

L’alluvione ha provocato per ora undici morti, le vittime vivevano lungo la vallata dei fiumi Misa e Nevola, in provincia di Ancona. La regione è stata colpita da una quantità di precipitazioni che abitualmente cade in sei mesi. Intanto si intensificano in queste ore la pioggia e anche il vento sulle zone del Senigalliese.

La pioggia, alternatasi a schiarite dalle 10, sta cadendo ora copiosamente accompagnata anche da raffiche di vento. La Protezione civile aveva diramato un’allerta meteo gialla (“temporali, vento, mare, idraulica e idrogeologica”) su tutte le Marche fino a tutta la giornata di oggi. La situazione è in peggioramento anche in altre aree: nello Jesino e nel Fermano. Le autorità hanno sconsigliato gli spostamenti in caso di pioggia.

Le cause

L’alluvione è stato causato da un temporale auto-rigenerante e non prevedibile. Lo sostengono gli esperti, spiegando che una corrente d’aria calda e carica di umidità (con tutte le caratteristiche per scatenare un normale temporale), ha trovato una barriera nei monti dell’Appennino ed è rimasta intrappolata: senza potersi allontanare, come accade di solito, il temporale ha cominciato a rigenerarsi ripetutamente per ore.

È accaduto così che nella notte sulle Marche si sono abbattute le piogge più abbondanti registrate negli ultimi dieci anni sulla regione, con circa 420 millimetri nell’arco di poche ore. È stato un fenomeno innescato da un’estate di caldo eccezionale e molto localizzato, troppo perché i modelli utilizzati dai meteorologi riuscissero a prevederlo.

Contenuto esterno

“Il nubifragio nelle Marche è avvenuto dopo un’estate particolarmente calda, cominciata il 15 maggio e durata fino agli ultimi giorni di agosto, con la temperatura del mare di 4-5 gradi superiore alla media”, ha osservato Bernardo Gozzini, direttore del consorzio Lamma (Laboratorio di Monitoraggio e Modellistica Ambientale), che riunisce Regione Toscana e Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr).

Il processo di evaporazione ha portato ad accumulare una maggiore quantità di umidità: “C’è stato un accumulo di energia che ora il sistema dovrà scaricare per tornare in equilibrio. Di conseguenza “l’autunno potrebbe essere particolarmente complesso”. 

Il fenomeno che si è abbattuto sulle Marche è chiamato ‘temporale autorigenerante’ e “avviene quando una nube temporalesca, invece che dissiparsi, riprende energia”, ha detto Guido Guidi, tenente colonnello dell’Aeronautica Militare-Servizio Meteorologico. È stato un “evento tipicamente meteorologico e non climatico, considerando la scala spaziale e temporale”.  

Eventi come questi, ha aggiunto, “traggono energia dall’umidità e dal calore presenti nell’atmosfera” e “il calore è stato particolarmente abbondante sull’area del Mediterraneo per la forte anomalia termica nei mesi estivi”. Anche per Guidi è prematuro fare previsioni sull’autunno: modi e tempi nei quali potrà avvenire il rilascio di questa grande quantità di umidità accumulata dipenderanno dalla circolazione atmosferica.

La scommessa è capire se durante l’autunno l’umidità potrà generare altri fenomeni simili, ma gli esperti concordano sul fatto che previsioni del genere sono impossibili, così come è stato impossibile che i modelli matematici che utilizzano normalmente riuscissero a prevedere il nubifragio sulle Marche.

Per Gozzini “il problema è che c’è ancora una forte incertezza, tanto che attualmente è impossibile prevedere fenomeni così localizzati”, e Guidi parla di “un’intrinseca impredicibilità di questi fenomeni: i modelli numerici utilizzati per le previsioni del tempo fanno fatto progressi notevoli negli ultimi anni, sia nella precisione sia nello spazio, ma se sono prevedibili le condizioni che potrebbero potare allo sviluppo di temporali intensi, resta difficile prevedere dove i temporali avverranno: sono modelli fallibili a causa di un limite intrinseco della tecnologia attuale”.

Anche per i meteorologi di 3bmeteo.com “nel caso specifico, c’erano le potenzialità per prevedere temporali talora violenti, ma su una macroarea regionale come le Marche; molto più difficile e complesso invece stabilire in quale punto specifico può verificarsi il temporale violento, considerando che i temporali per loro natura agiscono su aree ristrette”.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR