La scuola svizzera di Milano cambia registro
A seguito di una situazione finanziaria in passivo, per il suo rilancio l’assemblea dei soci della Scuola ha votato il piano della tedesca Rahn Education. La scuola resterà anche in futuro una scuola svizzera ed è garantita la continuità dell'offerta scolastica.
Nei suoi 105 anni di storia (è nata nel 1919) ha attraversato diversi momenti complicati: dalle due guerre mondiali agli anni Sessanta, dalla contestazione degli anni ’70 fino al nuovo Millennio e alle nuove sfide tecnologiche. Ma forse mai prima d’ora la Scuola Svizzera di Milano Collegamento esterno(erede della Scuola Internazionale di Milano fondata nel 1860, poi trasformata in Scuola Svizzera di Milano nel primo Dopoguerra) si era trovata in una situazione così difficile, almeno dal punto di vista finanziario.
Negli ultimi anni, infatti, a causa di diversi fattori tra i quali un calo di iscritti dovuto anche alla concorrenza delle tante scuole internazionali presenti nel capoluogo lombardo e al passo falso dell’apertura di una succursale a Cadorago, aveva accumulato un debito di 1,6 milioni di euro nei confronti di enti creditori, dell’Associazione delle scuole svizzere educationsuisse Collegamento esternoe fisco italiano.
Al voto una proposta del Consiglio della scuola e una elaborata dai genitori
Troppi per il consiglio di direzione della scuola e anche per le autorità scolastiche svizzere che hanno cominciato a guardarsi intorno e a studiare le possibili soluzioni per permettere alla scuola di mantenersi in piedi.
Due le proposte sul tavolo oggetto di una votazione all’ultimo respiro in una infuocata assemblea svoltasi nella serata dell’11 aprile: una, promossa dallo stesso consiglio di presidenza che prevedeva la trasformazione dell’Associazione Scuola Svizzera in fondazione con un accordo con la Rahn EducationCollegamento esterno, ente tedesco che gestisce una quarantina di scuole in diversi paesi con un fatturato di quasi 60 milioni di euro. E l’altra “La scuola x la scuola” task force promossa da un gruppo genitori e soci della scuola.
Nonostante lo sforzo dei genitori di coinvolgere e far conoscere il loro progetto ha prevalso la proposta del consiglio di presidenza.
Nonostante lo sforzo dei genitori di coinvolgere e far conoscere il loro progetto – che prevedeva, una donazione di 200’000 euro da parte di una fondazione privata (Gabriele Charitable Trust Foundation), un piano di rientro del debito irpef con lo stato italiano e una sostenibilità finanziaria attraverso un aumento delle rette scolastiche e donazioni una tantum – ha prevalso la proposta del consiglio di presidenza con 62 voti contro 48. Più sicuri forse, per i votanti, gli 800’000 euro cash promessi subito da Rahn Education e più rassicurante il successivo pagamento di 700’000 previsto nel 2025.
“Quella di Milano resta una scuola svizzera”
“Le scuole nazionali come quella tedesca e francese hanno conosciuto una crisi senza fine negli ultimi anni per varie cause come il calo di nascite e la forte concorrenza. Uno scenario al quale non si è sottratta nemmeno la scuola svizzera. C’era bisogno di una forte iniezione di investimenti a causa del debito che la scuola aveva accumulato anche verso le istituzioni svizzere”, precisa Marco Pallucchini Wrede presidente della Scuola Svizzera in carica fino a quando il passaggio da associazione a fondazione sarà completato.
“La scuola resterà una scuola svizzera con i relativi diritti e obblighi”.
David Vitali, caposezione cultura e società, UFC
A cui fa eco David Vitali, caposezione cultura e società dell’Ufficio federale della culturaCollegamento esterno: “Non si tratta di una soluzione tedesca. L’assemblea ha dovuto scegliere tra due opzioni. Ora la decisione è stata presa. Una decisione che avviene dopo un lungo periodo di incertezza. Per questo motivo ora siamo soddisfatti perché ne è scaturito un esito chiaro e chiari sembrano essere i prossimi passi. Con la soluzione attuale – aggiunge Vitali – confermo che la scuola resterà una scuola svizzera con i relativi diritti e obblighi. Proprio come oggi e la “swissness” della scuola deve essere coltivata e manutenuta anche in futuro”.
Una soluzione, comunque, non indolore dato che lascia strascichi importanti. Anche a seguito della sospensione del direttore Daniel Schmidt, molti genitori sono insoddisfatti e temono per il futuro della scuola. C’è chi dice che era già tutto deciso dato che la lettera di intenti con Rahn Education era già stata firmata a novembre scorso e c’è chi teme che l’immobile possa essere utilizzato per speculazioni immobiliari.
“Il voto è stato fatto senza che i votanti avessero i termini per votare. Della fondazione non c’è lo statuto e non capisco come la Rahm possa versare dei soldi senza averne un guadagno. E poi non è chiaro come verrà gestita l’associazione” commenta Giorgio Antonini consulente della task force dei genitori ed esperto di diritto societario.
“Ci sarà una continuità di offerta scolastica”.
Marco Pallucchini Wrede, presidente della Scuola Svizzera
L’anno scolastico in corso non sembra essere in discussione così come quello 2024-2025 al quale si sono già iscritti 195 alunni. Pallucchini Wrede conferma che “Ci sarà una continuità di offerta scolastica”. E, smentendo le ipotesi di una speculazione edilizia, precisa “In caso di insuccesso, lo statuto prevede che i proventi della eventuale liquidazione, incluso l’immobile, debbano essere trasferiti ad altre istituzioni e scuole svizzere all’estero o a enti svizzeri con scopo educativo. La Rahn Education quindi non si impadronirebbe dell’immobile di via Appiani”.
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