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La pista di macchinine che tutti desideravamo

La APS-Politoys (cui apparteneva Policar) fu fondata a Milano nel 1955; col nome Polistil, diventerà il più grande produttore di giocattoli italiano fino a metà anni Ottanta

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di Claudio Moschin

Policar è stato un marchio della APS-Politoys fondata nel 1955 con sede a Milano, che successivamente cambierà ragione sociale in Polistil, diventando via via il più grande produttore di giocattoli italiano fino a metà degli anni ’80.

 Nei primi anni la produzione APS-Politoys consiste principalmente di giocattoli di plastica e nel 1963 seguendo la moda che proviene da oltre oceano comincia a produrre con il marchio Policar delle slot cars, molto in voga negli Usa e in Inghilterra, che all’epoca però vengono chiamate meno esoticamente “macchinine per la pista” o “autopista”.


Le slot Policar vennero prodotte per più di 30 anni in diverse scale dalla 1/24 alla HO (le misteriose Policar MINI negli anni 60 e le misconosciute Champion 80) per un numero totale di modelli che supera abbondantemente alcune centinaia. Il primo modello di slot car prodotto è la Ferrari 156 detto “Squalo” a causa della forma della presa d’aria anteriore. La Ferrari 156 Shark Nose è l’unica macchina che riporta il marchio APS e venne prodotta in due colori, rosso e blu, in scala 1/32.

Il modello non è esaltante soprattutto se paragonato alla concorrenza inglese (la marca più famosa allora era la Scalextric): il motore è poco potente e poco affidabile e la vettura è goffa, ma si tratta della prima slot car prodotta in Italia da Policar ed è accompagnata da un discreto numero di accessori e da una varietà di tracciati che prevedono anche una pista a quattro corsie.

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Nel 1965 la linea APS-Policar in scala 1/32 viene estesa con altre 6 formula 1 con ruote anteriori sterzanti e due mitiche auto GT, la Ferrari 250 LM e la Ford GT40 con cofano apribile.

Il 1967 vede la presentazione della prima serie di “sport-prototipo” in scala 1/24, la cosiddetta serie Policar Super, con carrozzeria in acetato e telaio in fiberglass. Tutta questa serie è di alta qualità, ricca di ricambi e per la prima ed unica volta orientata ad una utenza “professionale” e non solo domestica, visto che contempla un discreto set di piste a due e quattro corsie di pregevole fattura.


Nel 1968 Policar introduce una seconda serie di prototipi in scala 1/24 che condivide con le Policar Super il solo sistema delle piste mentre i modelli vengono completamente rivisti e modificati. La carrozzeria è in Moplen che rende i modelli più robusti ma più pesanti, il telaio viene estremamente modificato e viene introdotto il motore Policar 150 che verrà impiegato anche sui modelli in scala 1/32.

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Nel 1974 il marchio Policar, che fino a quel momento aveva contraddistinto la linea “slot”, viene assimilato a Polistil e la produzione entra in una fase che vede la messa sul mercato di una serie poco attraente di vetture goffe, fuori scala e con prestazioni poco esaltanti. Ed inizia così il lento declino, che più o meno nei primi anni Ottanta porta alla fine della produzione e del successo, complice anche la concorrenza di altre case produttrici. Un declino che culminerà poi con la definitiva scomparsa del marchio nel 1993.

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