L'Italia ha di nuovo un governo, pienamente operativo. Anche la Camera dei deputati ha accordato giovedì sera la fiducia all'esecutivo guidato da Mario Draghi con 535 voti a favore, 56 contrari e 5 astenuti.
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Dopo il lungo intervento di mercoledì in Senato, dove ha incassato il primo sì e illustrato l’ossatura del suo programma di governo, Draghi a Montecitorio ha optato per una replica breve: tredici minuti in tutto nei quali ha chiarito solo qualche passaggio, dalle piccole alle medie imprese alla giustizia ma anche alle carceri. Gli istituti penitenziari “sono sovraffollati”, ha osservato, e non bisogna trascurare la paura del contagio.
Draghi non supera la quota record del governo Monti, che nel 2011 a Montecitorio toccò il primato storico dei 556 voti favorevoli, e resta sotto anche al quarto governo Andreotti che nel 1978 incassò 545 sì. Conta invece 185 consensi in più del primo esecutivo Conte (2018) e 192 del Conte bis.
Nel passaggio più applaudito, il presidente del Consiglio ha insistito sulla necessità di un “processo giusto e di durata ragionevole”, nel rispetto della Costituzione e in linea con l’Europa, e ha posto l’accendo sulla lotta alla corruzione e alle mafie, anche per evitare “effetti depressivi sull’economia e la concorrenza”.
Draghi sa bene che questo è ciò che chiedono da tempo all’Italia gli investitori stranieri, ma è anche certo che la strada indicata serva a riconquistare la “fiducia dei cittadini”. Senza “legalità e sicurezza” non c’è futuro, che rappresenta invece la cifra del suo sguardo e che il premier spera ispiri il “lavoro comune”.
In cima all’agenda del premier c’è naturalmente la lotta al Covid. Accelerare la campagna vaccinale è una priorità condivisa. Quanto alla crisi innescata dalla pandemia, l’ex presidente della Banca centrale europea ha già chiarito di voler proteggere tutti i lavoratori colpiti ma allo stesso tempo di non credere che sia possibile fare altrettanto con tutte le attività entrate in crisi. Alcune occorrerà ripensarle. Non il turismo, che in un Paese come l’Italia è un bene fondamentale e sarà tutelato, assicura ancora una volta.
Il via libera della Camera arriva con la sola opposizione di Fratelli d’Italia, Sinistra italiana (corrente di Liberi e uguali) e sedici deputati dissidenti del Movimento 5 Stelle, nel quale la scissione spesso evocata è ormai una realtà. La presidente di FdI Giorgia Meloni è peraltro convinta che i dissenzienti aumenteranno e non solo nei 5S. “Oggi sono tutti con Lei”, ha detto intervenendo in Aula e ribadendo il voto contrario del suo partito. “Vedrà quando scatterà il semestre bianco quanti temerari dissidenti usciranno fuori”.
Per Mario Draghi si apre ora un’agenda fitta di impegni, a partire da una riunione in videoconferenza dei capi di Stato e di governo del G7 a guida britannica. All’ordine del giorno, le misure per contrastare la pandemia e rilanciare la crescita economica.
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