Un ponte tra la speranza dei profughi e i soccorritori. Nawal Soufi da anni riceve le telefonate dei migranti che attraversano il Mediterraneo sui barconi. Finora ne ha fatti salvare decine di migliaia, e non senza polemiche. La Radiotelevisione svizzera l’ha incontrata durante una sua visita a Lugano.
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tvsvizzera.it/Zz con RSI (TG del 05-06-2017)
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“Quando non mi chiamano più ci sono due possibilità. Che quella luce li ha trovati o che sono affondati”. Il lavoro di Nawal Soufi, 29enne catanese di origine marocchina, è quello di rispondere agli SOS dei migranti che tentano di attraversare il Mediterraneo e di porre loro domande in accordo con il comando centrale di Roma.
Lo scopo è ottenere le coordinate ed altre informazioni sull’imbarcazione da trasmettere ai soccorritori.
Questo lavoro le è valso diversi premi, ma anche critiche, a cui risponde: “Gli scafisti, di cui non parliamo, sono le persone che prendono decisioni in Europa. Non è normale che 28 paesi non riescano ad accogliere un milione di persone decentemente tramite aereo”.
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