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La gestione degli orsi, tra paura e frustrazione

Una madre orso con due cuccioli.
Dopo più di 100 anni nel 2005 si è visto il primo orso in Svizzera. Keystone / Sigi Tischler

Per decenni il Trentino è stato considerato un modello di convivenza tra uomini e orsi, tanto che il grande plantigrado, reintrodotto nel parco Adamello Brenta a fine anni 90, proprio da queste parti si è moltiplicato. Oggi sarebbero più di cento gli orsi che vivono nella provincia di Trento.

Quest’anno però è cambiato quasi tutto e l’accettazione sociale nei loro confronti è crollata. Prima la tragedia di Andrea Papi, giovane sportivo aggredito e ucciso da un’orsa a due passi da casa. Poi diversi altri attacchi, tradottisi in spaventi e ferimenti. La paura degli abitanti, una gestione lacunosa e l’allarme degli esperti: con questo clima gli atti di bracconaggio non potranno che aumentare.

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Il paese dell’orso 

In Slovenia, paese grande appena la metà della Svizzera, vivono senza generare chissà che conflitti con la popolazione tra 1000 e 1200 orsi. Un record mondiale per densità che molti riescono a sfruttare a loro vantaggio. È boom, ad esempio, di agenzie che offrono viaggi fotografici ad appassionati di tutta Europa, che pagano belle cifre per appostarsi in capanni nelle foreste armati di zoom e telecamere.

Ma il modello sloveno nasconde anche aspetti molto più controversi. Ad esempio, l’orso, animale protetto su tutto l’arco alpino, qui viene anche cacciato e mangiato al ristorante. I retroscena di una gestione decisamente unica, le proteste degli animalisti e le risposte di chi sostiene che proprio la Slovenia è il paese più accogliente con il grande predatore. 

Il fantasma dell’orso 

La Svizzera è il paese alpino per eccellenza ma quella dell’orso è una storia molto complicata. Era il 2005 quando, dopo più di 100 anni, il primo orso tornò a vivere per qualche tempo nel nostro Paese. Ma non durò a lungo, come non durarono a lungo praticamente tutti i pochi esemplari che hanno seguito il suo esempio. L’ultimo è stato M13, la cui permanenza in Val Poschiavo aveva acceso passioni e conflitti.

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