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Il ponte sullo stretto si Messina non s’ha da fare

persone protestano contro il ponte
Un ponte controverso, in politica e tra la popolazione. Saya Francesco / Lapresse

Nonostante la bocciatura del progetto del ponte sullo Stretto da parte della Corte dei conti per diverse criticità, il Governo italiano intende procedere con l'opera, scatenando un acceso scontro politico con l'opposizione.

La Corte dei conti italiana, un organo di rilievo costituzionale con in particolare funzione giurisdizionale nel campo dell’amministrazione pubblica, boccia il progetto del ponte sullo Stretto di Messina, tra la Sicilia e Calabria.

I magistrati al termine di una lunga Camera di consiglio hanno infatti deciso di non concedere il visto di legittimità e la registrazione della delibera di agosto che aveva approvato il progetto definitivo dell’opera.

“Una scelta politica e un grave danno per il paese”, commenta immediatamente il vicepremier italiano e ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini (Lega) che assicura: “Andremo avanti”. “Grande vittoria dello stato di diritto, Salvini si deve dimettere”, incalza invece il leader di Alleanza Verdi e Sinistra (AVS) Angelo Bonelli, tra i principali oppositori dell’opera che minaccia di rivolgersi alla Corte di giustizia dell’Unione europea se il progetto andasse avanti.

Tecnicamente, anche con il parere negativo della Corte dei conti il Governo può comunque decidere di andare avanti con il progetto. Infatti – viene spiegato – nel caso in cui il controllo riguardi un atto governativo, secondo la legge, l’amministrazione interessata, in caso di rifiuto di registrazione da parte della Corte dei conti, può chiedere un’apposita deliberazione da parte del Consiglio dei ministri, il quale, a propria volta, può ritenere che l’atto risponda ad interessi pubblici superiori e debba avere comunque corso.

Le ragioni

Tra i diversi punti sotto la lente dei magistrati le coperture economiche, l’affidabilità delle stime di traffico, la conformità del progetto definitivo alle normative ambientali, antisismiche e alle regole europee sul superamento del 50% del costo iniziale. Le eccezioni sollevate durante l’adunanza della Sezione centrale della Corte, dalla consigliera, Carmela Mirabella – secondo quanto ha appreso l’agenzia di stampa italiana Ansa – sarebbero state diverse.

Nel frattempo in un’accesa ora delle domande alla Camera, Salvini, ha spiegato che “la Corte dei conti ha deciso di sottoporre la valutazione alla sezione centrale di controllo”, ma “si tratta di una scelta che non modifica il termine previsto per la determinazione sulla registrazione fissato per il 7 novembre”. Quindi ha sottolineato che il lavoro svolto sul progetto “è stato serio, articolato e trasparente nel rispetto delle norme italiane ed europee, è stata rispettata la normativa ambientale” e “il ponte farà risparmiare tempo, denaro e salute”.

Per cui “nessuna violazione, nessun ritiro della delibera”, ha affermato. “Il mio impegno è fare questo ponte e farlo bene”, ha assicurato Salvini, scontrandosi nuovamente con Bonelli, che aveva posto l’interrogazione sull’opera da 13,5 miliardi di euro (12,5 miliardi di franchi al cambio attuale) e bollato come “vecchio di 26 anni” il progetto.

“Nella delibera ci sono gravi profili d’illegittimità che sono stati evidenziati dalla Corte dei conti ed in un Paese normale un Governo che rispetta la legge e le istituzioni avrebbe ritirato il progetto sul ponte che sottrae 15 miliardi di euro ai cittadini dopo aver tagliato fondi al trasporto pubblico”, ha attaccato Bonelli. “Se avessimo adottato le sue politiche del no, non avremmo l’autostrada del Sole (tra Milano e Napoli, in Campania), ma andremmo a cavallo nel nostro paese,” gli ha replicato il ministro.

“Nessuna opera sarà definanziata per pagare il ponte da Bolzano (Trentino-Alto Adige) a Palermo (Sicilia). Ognuno la pensa come vuole, noi intendiamo andare avanti con il ponte”, ha proseguito Salvini. “Che un ponte non abbia interesse pubblico lo scopro oggi, un’opera pubblica che coinvolgerà 120’000 posti di lavoro e quindi dire di no a questi posti di lavoro mi sembra curioso da parte di alcune forze politiche o sindacali di sinistra”, ha rimarcato. Ed ancora: “È falso che se si fa il ponte non si fanno tutte le altre opere” in Calabria e Sicilia. “Stiamo investendo 23 miliardi di euro in Sicilia e 22 miliardi in Calabria, oggi con questa mole di investimenti non fare il ponte non avrebbe nessun senso”, ha scandito il ministro. “Il ponte non è uno spreco”.

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