Aste al doppio ribasso, uno strumento che schiaccia i piccoli produttori
In un mercato agroalimentare dove la grande distribuzione organizzata domina quasi incontrastata, i piccoli e medi produttori sono in difficoltà. Uno dei loro problemi è rappresentato dalle aste online al doppio ribasso.
Le offerte speciali che schiacciano le filiere agroalimentari
Olio extravergine a 5 euro al litro, passata di pomodoro a 59 centesimi al litro, latte a 59 centesimi al litro, pasta trafilata al bronzo a 49 centesimi al chilo. Le città italiane sono tappezzate da cartelloni pubblicitari con offerte sensazionali.
Le cassette delle lettere scoppiano di volantini e giornalini pubblicitari di ipermercati e discount con articoli dai prezzi stracciati. Un meccanismo di marketing, sempre più competitivo, che finisce per pressare le filiere agroalimentari, gravando sulle dinamiche di produzione, con maggiore effetto verso gli anelli più deboli della catena produttiva, impiegati, operai e braccianti.
Il mercato, in cui la ‘Grande distribuzione organizzata’ (GDO) domina quasi incontrastata, i piccoli e medi produttori – la maggioranza nel mercato italiano – perdono invece potere contrattuale e, non avendo alternative ai colossi della GDO, nei casi in cui questo rapporto di lavoro diventa per loro svantaggioso, faticano a tenere in vita le attività.
L’eccesso di offerta di prodotti sul mercato, la scarsa tracciabilità e la poca attenzione del consumo di massa alle tipicità ed alla qualità dei prodotti, contribuiscono a peggiorare ulteriormente le cose. Gli effetti di questa sofferenza del mercato si sono già manifestati.
I pastori sardi che hanno rovesciato in strada latte di pecora per milioni di euro. Gli agronomi pugliesi che hanno reciso, per disperazione, intere piantagioni. Le manifestazioni dei braccianti della raccolta dei pomodori, sempre più sfruttati.
Ma la crisi che sta investendo le filiere, a partire dagli anelli più deboli, è destinata a risalire le catene produttive chiamando in causa anche i grandi acquirenti (GDO) che, ad eccezione di pochi casi virtuosi, stanno iniziando a registrare, anche loro, preoccupanti perdite che dovranno arginare. Alcuni operatori hanno iniziato a puntare sui negozi di prossimità piuttosto che gli ipermercati, altri iniziano a sperimentare il servizio 24 ore su 24, 7 giorni su 7.
Le aste online al buio, al doppio ribasso
Mentre i pastori sardi versavano a terra il frutto del loro lavoro, il latte, piuttosto che svenderlo, a 60 centesimi al litro, ai caseifici legati al mercato della grande distribuzione, il discount Eurospin convocava un’asta online – rivolta proprio a quelle aziende di trasformazione – che avrebbe ribassato ulteriormente il prezzo del formaggio. Con l’intensificarsi dei disordini in Sardegna, questa asta che avrebbe portato il prezzo del pecorino a 5 euro al chilo, al disotto del prezzo di produzione, è stata ritirata dal gruppo discount.
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Le modalità attraverso cui i grandi acquirenti, principalmente gruppi discount, riescono ad abbassare il prezzo dei prodotti, portandolo addirittura sotto il costo di produzione, sono le aste online al buio al doppio ribasso. L’acquirente convoca i produttori su un portale, dove devono aderire in forma anonima. A nessuno di loro è dato sapere chi e quanti sono gli altri partecipanti alla gara. Ognuno deve fornire il prezzo minimo di vendita per una data partita di prodotto. Al temine dell’asta, chi ha proposto il prezzo più basso viene convocato ad una seconda asta e, nuovamente, chi propone il prezzo ancora più ribassato si aggiudica la commessa.
Una pratica massacrante a cui sia l’antitrust che la maggior parte degli operatori del mercato si sono detti contrari, ma tuttora diffusa e utilizzata anche da operatori internazionali.
Considerando che la GDO tratta il 70% degli acquisti alimentari effettuati in Italia, per i produttori, schiacciati dallo strapotere dei grandi gruppi d’acquisto e le aste online al massacro, non restano molti altri sbocchi per piazzare i propri prodotti sul mercato.
La creazione di un mercato sempre più concorrenziale, orientato al mero sottocosto, oltre a svalutare i prodotti compromettendo interi settori, inclusi quelli di alta qualità. Oltre a sfiancare produttori, impiegati, operai e braccianti, finirà per colpire duramente anche la stessa GDO che si trova già a fronteggiare la concorrenza spietata dei venditori al dettaglio online.
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