In Puglia, sono terminati i lavori di sgombero del Gran Ghetto, la baraccopoli che ospitava fino a 500 braccianti -la maggior parte immigrati- a Rignano Garganico. Un incendio di origine probabilmente accidentale, nel quale sono morti due migranti maliani, lo aveva parzialmente distrutto nella notte tra giovedì e venerdì.
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tvsvizzera.it/ri con RSI (TG del 04.03.2017)
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Lo smantellamento era iniziato il giorno prima, anche in seguito alle indagini avviate nel 2016 dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari, che ne ha appurato le condizioni di vita inaccettabili e le troppe infiltrazioni criminali.
Solo pochi rottami, e cenere. È quanto rimane della baraccopoli pugliese e delle centinaia di baracche di lamiera e cartone nelle quali i migranti trovavano rifugio. Ripari distrutti sia dai mezzi di polizia ambientale della Regione Puglia, sia dall’incendio di due notti fa, causato probabilmente da uno dei fornelletti che rimanevano accesi tutta la notte per riscaldare le baracche. È la settima volta che il Gran Ghetto va a fuoco.
I migranti, ora, sono preoccupati. Il trasferimento nelle strutture allestite per loro dalla Regione li priva del lavoro, se così si può chiamare lo sfruttamento criminale di una manodopera ridotta praticamente in schiavitù. I braccianti venivano infatti reclutati nel Ghetto dai caporali che ora difficilmente entreranno in strutture organizzate per cercarli. Per questo, alcuni immigrati sostano ancora nei paraggi.
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