Dalla Siria in Italia passando dal Libano
Corridoio umanitario in Libano per circa 300 profughi siriani: l'operazione italiana è stata avviata mercoledì scorso. Rilasciati i primi visti umanitari. Nostro reportage
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Corridoi umanitari, italiani in Libano
In Libano l’operazione è avviata, lo scorso mercoledì scorso le autorità italiane hanno concesso i primi visti umanitari. Una squadra con base a Beirut in ripetute missioni ha monitorato i campi profughi situati lungo il confine siriano, individuando circa trecento persone che vivono in condizioni di vulnerabilità, per cui è urgente il trasferimento in Italia.
I primi trasferimenti avverranno entro gennaio prossimo, si tratta dei rifugiati di una tendopoli al confine nord nella regione di Rakka. Una comunità, come una grande famiglia, sono circa sessanta persone, vivono nelle tende da due anni, nel campo ci sono molti bambini. Si cerca di trasferirli tutti insieme, così una volta in salvo avranno una base solida per ripartire, in questo modo per loro sarà più facile l’integrazione in Italia.
Emergenza profughi siriani in Libano
Le interviste al coordinatore dei corridoi umanitari ed al volontario della comunità cattolica San Giovanni XXIII
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Intervista a Francesco Piobbichi, “Mediterraneo Hope”
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Intervista a Alberto Capannini, Comunità cattolica San Giovanni XXIII
Corridoi umanitari : Libano per i profughi siriani, Marocco ed Etiopia per i migranti subsahariani
L’associazione delle Chiese evangeliche in Italia e la Comunità di Sant’Egidio, in una iniziativa privata autofinanziata con l’otto per mille, avviano un progetto di corridoi umanitari anti-naufragio, dal nome “Mediterranean hope”. Una iniziativa concepita sull’onda dell’indignazione provocata dal naufragio dei migranti avvenuto sulla costa dell’isola di Lampedusa nell’ottobre del 2013, dove persero la vita 366 persone. In seguito a quella che resta una delle più grandi tragedie del Mediterraneo, le associazioni umanitarie hanno lavorato molto sul piano politico e normativo nel tentativo di risparmiare vite umane, cercando il modo di bloccare i viaggi della speranza e le carrette del mare, andando in soccorso a quelle persone che avrebbero diritto alla protezione internazionale. Offrendo loro la possibilità di essere accompagnati in salvo e non solo l’occasione di vedersi riconosciuto un diritto una volta raggiunte le coste italiane, raggiunta la frontiera,f avendo attraversato ogni sorta di pericolo o vessazione, se non addirittura aver subito torture come accade alla maggior parte dei migranti che attraversano la Libia avendo a che fare con i trafficanti di esseri umani.
A tal scopo i corridoi umanitari saranno predisposti in tre luoghi strategici sulle rotte dei migranti, si tratta del Libano, prima meta dei profughi siriani, Marocco ed Etiopia per i migranti subsahariani. In questi luoghi, considerati idonei anche sul piano della sicurezza, si provvederà ad una prima assistenza, all’identificazione dei rifugiati ed alla raccolta di informazioni utili al Governo italiano per la concessione del visto umanitario. Nel suo complesso il progetto “Mediterranean home” stima di riuscire a trasferire tra le mille e le duemila persone entro il prossimo anno.
Enrico Marra
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