Dalla pasticceria alla benzina, la storia della ditta svizzera che cambiò il commercio ad Arezzo
La “Konz & C.” ad Arezzo, in Toscana, è stata per oltre un secolo e mezzo sinonimo di commercio. Nata come drogheria nel 1857, l’azienda fondata da due svizzeri si è poi aperta a diversi mercati – dalla vendita all’ingrosso alla distribuzione di benzina – fino all’improvviso fallimento nel 2014.
Fino a soli dieci anni fa ad Arezzo, in Toscana, esisteva un’azienda che tutti conoscevano essere di origine svizzera. Perché la “Konz & C.” aveva fatto parte per oltre 150 anni della storia della città. Era passata di padre in figlio fino alla Seconda Guerra Mondiale fino a quando i discendenti dei fondatori non decisero di lasciare la città pur mantenendo una parte della proprietà della ditta che continuò a restare in qualche modo “svizzera” fino al 2014, anno in cui fallì ufficialmente.
Eppure sono pochi ad Arezzo a conoscere la storia di Giacomo Konz e degli altri soci svizzeri che a partire dalla seconda metà dell’Ottocento decisero di rendere Arezzo la propria casa e la base delle loro attività che in oltre un secolo e mezzo di storia hanno spaziato dalla pasticceria alla benzina passando per il commercio all’ingrosso e al dettaglio. Forse perché ad oggi tutto ciò che resta della presenza degli svizzeri in terra aretina è un bar (che ha mantenuto il nome pur cambiando diverse volte gestione) e un grande magazzino ormai abbandonato e semi distrutto.
Ciò che tutti (o quasi) conoscono, però, è la leggenda secondo cui Giacomo Konz sarebbe arrivato ad Arezzo per pure caso. Anzi, per sbaglio.
La leggenda della fermata alla stazione sbagliata
“Leggenda narra che Giacomo Konz è venuto ad Arezzo per sbaglio perché lui pensava di essere sceso alla stazione di Pistoia. Trovandosi ad Arezzo e non essendoci la quantità di treni che esiste oggi si mise a girare la città e si innamorò di questo locale”. A raccontare a tvsvizzera.it questa leggenda è Maicol Cerofolini, l’attuale titolare della “Pasticceria Stefano – Gli Svizzeri”, il primo locale fondato nel 1857 dagli svizzeri Giacomo Konz ed Enrico Lansel.
+ La nostra playlist youtube dedicata alle tracce svizzere in Italia. Collegamento esterno
Una leggenda che pare non corrispondere alla realtà, se non altro perché all’epoca la stazione ferroviaria ad Arezzo neanche esisteva (fu infatti inaugurata nel 1866). Eppure un fondo di verità c’è: Konz e Lansel, che avevano già un’attività a Pisa, quando decisero di espandere le proprie attività al di fuori della città della Torre pendente non avevano alcuna intenzione di stabilirsi ad Arezzo.
E allora, come ci sono arrivati in Val di Chiana? La risposta ce la restituisce un discorso che Giacomo Konz (nipote dell’omonimo fondatore) pronunciò nel 1957 durante una gita aziendale a Scuol, luogo d’origine dei fondatori nella Bassa Engadina.
“Verso la metà del secolo scorso, due svizzeri – Enrico Lansel e il nonno mio Giacomo Konz – esercitavano a Pisa il commercio di droghe, coloniali ed affini”, si legge nella trascrizione del discorso contenuta nel volume “Gli svizzeri ad Arezzo” a cura di Luigi Armandi (Letizia Editore).
“Fu segnalato loro che una località mancante di drogheria ben attrezzata era Cortona, in quel di Arezzo, ai limiti del Granducato di Toscana. In seguito a ciò mio nonno si mise in viaggio alla volta di quella città, per accertarsi sul posto circa l’opportunità o meno di impiantarvi un’azienda. […] Strada facendo venne in discorso con un casuale compagno di viaggio: un certo Signor Aiazzi di Arezzo, allora appartenente all’Amministrazione Granducale, più tardi funzionario della Prefettura di Arezzo. Questi lo persuase di fermarsi ad Arezzo, per vedere se non era il caso di aprire là una drogheria].
Fu dunque grazie al fortuito incontro sulla diligenza tra tale Aiazzi e Giacomo Konz che quest’ultimo quel giorno decise di fermarsi ad Arezzo. Non è dato sapere cosa lo convinse, una volta tornato a Pisa, a proporre al socio Enrico Lansel di stabilire la loro ditta proprio lì. Ciò che sappiamo è che alla fine Enrico accettò pur mantenendo la ditta sorella all’ombra della Torre.
La ditta consorella di Pisa
Sebbene la società aretina di Konz e Lansel arrivò più tardi nel tempo fu quella che riuscì ad adattarsi meglio alle nuove esigenze di mercato rispetto a quella pisana. Eppure “il progetto dell’apertura del negozio di Arezzo nel 1857 nacque a Pisa”, come ricordò Edoardo Lansel, figlio di Enrico, nel 1957.
Altri sviluppi
I Caflisch, pasticcieri grigionesi all’ombra del Vesuvio
Per rintracciare la storia toscana di Giacomo Konz ed Enrico Lansel bisogna andare indietro nel tempo. Nella prima metà dell’Ottocento era cosa comune per gli svizzeri del Cantone Grigioni prepararsi per un futuro di emigrazione lungo la Penisola. Il motivo era semplice: la mancanza di possibilità di guadagno per tutta la popolazione.
“Anche per mio padre Enrico, che era l’ultimo di sette fratelli, si prospettò la necessità di andare in Italia, a Firenze, dove un suo fratello maggiore aveva due caffè. Cos, appena ebbe finito la scuola a Sent, espatriò in giovanissima età. Il viaggio durava allora da 10 a 15 giorni con una diligenza a cavalli. Dopo essere stato due anni a Firenze si trasferì a Pisa presso una sua zia e dove ebbe, nel 1851, l’occasione di fare conoscenza con Giacomo Konz, suo futuro socio e cognato”, raccontava Edoardo Lansel.
I due, diventati amici, dopo aver lavorato in diverse drogherie della città, decisero di mettersi in proprio. E il 23 aprile del 1853 fondarono la “Lansel & C.”. Pochi anni dopo, il 1° marzo 1957, arrivò la ditta consorella “Konz & C.” basata ad Arezzo.
Dai dolci al petrolio
“Le due ditte di Pisa e di Arezzo esercitavano il medesimo genere di commercio, cioè la drogheria, Pasticceria, Fabbrica di Liquori e Generi Coloniali”, racconta ancora Edoardo Lansel. Ma ciò che rese speciale la ditta aretina – e che le permise di sopravvivere alla consorella pisana – fu la sua capacità di adattarsi totalmente al modificarsi della richiesta di mercato.
“Vi è un detto che noi dobbiamo sempre tener presente nello svolgimento dei nostri affari, ed è questo: ‘Chi si ferma, muore’”, diceva Giacomo Konz (nipote) ai suoi dipendenti il giorno del centesimo compleanno dell’azienda.
E in effetti i Konz, i Lansel e gli italiani che in seguito diressero le attività dell’azienda non si fermarono mai. Perché dalla piccola Drogheria al Canto de’ Bacci (lì dove ancora oggi sorge la Pasticceria “Gli svizzeri”), la Konz si allargò prima acquisendo diversi locali in altre parti della città. Poi addirittura modificando del tutto la propria natura.
Quando i soci della “Konz & C.” si resero conto che esisteva un buon margine di guadagno nella vendita di petrolio per l’illuminazione, essi si rivolsero alla Standard Oil Company (poco dopo divenuta Esso Standard) dalla quale fino a quel momento si rivolgevano come clienti per rifornirsi di petrolio, per chiedere di diventare i distributori ufficiali della provincia e delle zone limitrofe. In seguito al costante sviluppo dell’automobilismo decisero e contestualmente allo sviluppo della rete di elettrificazione decisero di mantenere i rapporti con la Esso e aprirono distributori di benzina.
“Con lo sviluppo della motorizzazione nell’agricoltura – racconta Giacomo Konz – ci siamo messi a vendere i carburanti e i lubrificanti agricoli. L’uso sempre più generale dell’olio combustibile per forni e caldaie ci ha indotti ad attrezzarci per la distribuzione di tale prodotto. Così abbiamo seguito, anche in questo settore, l’andar del tempo. La stessa cosa vale per l’organizzazione di vendita”. Konz e i soci si resero conto che la vendita al dettaglio stava cambiando e si buttarono nel business della vendita “porta a porta” presso i grandi distributori e in quello della grande distribuzione dei prodotti confezionati (furono tra i primi a comprendere le potenzialità dell’industrializzazione del settore gastronomico).
Insomma, la diversificazione è stata la base della crescita dell’azienda che la portò a prosperare per oltre 150 anni. Fino a quando, nel dicembre del 2014, quel che restava della “Konz & C.” non chiuse definitivamente i battenti.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.