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Continua il braccio di ferro attorno alla nave Diciotti

A una settimana dal il recupero di quasi 200 migranti da parte della nave Diciotti, il ministro degli interni italiano Matteo Salvini continua la lotta per impedire lo sbarco delle 150 persone ancora a bordo dell'imbarcazione ormeggiata da lunedì a Catania.

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“Nessuno sbarcherà in Italia senza la mia autorizzazione”, ha dichiarato Salvini giovedì alla radio, assicurando che l’Italia non diventerà “il campo profughi dell’Europa”. 

La Dicotti aveva preso a bordo nella notte tra il 15 e il 16 agosto 190 persone. Tredici di loro sono sbarcate in Italia per motivi sanitari a Lampedusa, poi la nave ha attraccato lunedì a Catania. 

Da allora il vicepremier ha iniziato un braccio di ferro con molti. Dalla procura di Agrigento che ha aperto una inchiesta per “sequestro di persone”, al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, preoccupato per l’immagine dell’Italia, passando per gli altri paesi europei, a cui Salvini rimprovera di non rispettare le promesse di accoglienza dei migranti. 

Mercoledì il ministro dell’interno ha tuttavia ceduto per quello che riguarda i minori non accompagnati, 27 in tutto, che sono scesi dalla nave nella notte. Alcuni avevano sul corpo i segni del tempo passato in Libia. 

“Uno di loro non ci vede bene, ha le pupille dilatate. Mi ha raccontato di essere stato rinchiuso al buio per un anno”, ha detto ad esempio una psicologa presente sul posto che lavora per Medici senza frontiere. 

Gli adulti dovranno invece attendere, nonostante le pressioni si moltiplichino. Una delegazione ufficiale dell’istituzione italiana che si occupa dei diritti dei detenuti è salita a bordo giovedì. “Abbiamo trovato quello che ci aspettavamo”, ha raccontato uno dei suoi membri, “persone private della loro libertà senza decisione giudiziaria, dunque una violazione”.  

Intanto il vecepremier Luigi di Maio si è allineato con il collega di governo dicendo che il suo partito voterà per la sospensione dei fondi che l’Italia versa all’Unione Europea se gli altri paesi membri non accetteranno di accogliere la loro quota di migranti. 

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