Accolto il ricorso di Open Arms, sospeso il decreto sicurezza
L'imbarcazione umanitaria Open Arms, con circa 150 migranti a bordo, tra i quali una trentina di minori, ha diritto a entrare in acque italiane. Lo hanno deciso i giudici del Tribunale amministrativo regionale (TAR) del Lazio accogliendo il ricorso della Ong e sospendendo in questo modo il divieto di ingresso previsto dal decreto sicurezza voluto dal vicepremier Matteo Salvini.
L’autorizzazione allo sbarco, tuttavia, ancora non c’è. E il ministro dell’interno Matteo Salvini non ha alcuna intenzione di firmarla. Ha anzi presentato un ricorso d’urgenza al Consiglio di Stato e annunciato la firma di un nuovo divieto d’ingresso.
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Salvini ha anche criticato il premier Giuseppe Conte per la lettera in cui chiede di “mettere in sicurezza” i minori. “C’è un disegno per tornare indietro ed aprire i porti, per trasformare il nostro paese nel campo profughi d’Europa. Ma io non torno indietro”, ha dichiarato Salvini.
La decisione dei giudici amministrativi arriva dopo quella del tribunale dei minori di Palermo, che ha chiesto chiarimenti ai tre ministri perché tenere dei minori non accompagnati in mezzo al mare “equivale, di fatto, ad un respingimento”.
“Violazione del diritto internazionale”
Il TAR che il divieto d’ingresso va sospeso perché configura la violazione da parte dell’Italia del diritto internazionale in materia di soccorso in mare: “il ricorso in esame non appare del tutto sfornito di fondamento giuridico” in quanto lo stesso Viminale “riconosce” che il gommone soccorso da Open Arms “era in situazione di evidente difficoltà”. Motivo per il quale è “contraddittorio” sostenere che l’ingresso in acque italiane configura un “passaggio non inoffensivo”.
Ma non solo: la nave, dicono ancora i giudici, deve entrare in acque italiane per consentire “l’immediata assistenza alle persone maggiormente bisognevoli” alla luce della “documentazione prodotta (medical report e relazione psicologica)” e “della prospettata situazione di eccezionale gravità ed urgenza”.
Il Viminale sostiene invece che i giudici non hanno tenuto conto di altri “fatti” che si sono verificati in queste due settimane. “Open Arms si è trattenuta in acque Sar libiche e maltesi – dice il ministero – ha anticipato altre operazioni di soccorso e ha fatto sistematica raccolta di persone con l’obiettivo politico di portarle in Italia”.
Intanto la responsabile del Ministero della Difesa, Elisabetta Trenta, ha fatto sapere che già da 24 ore sta seguendo la situazione, in contatto con il tribunale di Palermo e con “le altre autorità competenti di governo”, e ha ordinato al capo di Stato Maggiore della Difesa di far scortare la Open Arms verso Lampedusa da due navi della Marina in modo da essere pronti – nel caso la situazione dovesse nuovamente bloccarsi – a trasferire i 32 minori a bordo.
Open Arms dovrebbe arrivare a Lampedusa nelle prossime ore e lì si capirà come proseguirà il braccio di ferro.
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