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CoroMoro, gli africani che cantano in dialetto piemontese

Oggi piemontesi d’Africa, domani voci clandestine

Questo contenuto è stato pubblicato il 24 settembre 2015

I CoroMoro sono una decina di ragazzi africani, richiedenti asilo politico, assegnati lo scorso anno alle Valli di Lanzo, a una quarantina di chilometri da Torino. Grazie a Laura Castelli e Luca Baraldo, questi giovani migranti hanno costituito un coro che presenta un repertorio di canti popolari della tradizione piemontese. Esibizione dopo esibizione, il dialetto è diventato la chiave per abbattere barriere e passare dalla iniziale curiosità a una rete di rapporti di empatia e integrazione.

Il futuro del CoroMoro è legato alla sorte di questi ragazzi, molti dei quali provengono da nazioni ufficialmente non in stato di guerra e quindi con grandi possibilità di vedersi respinta la richiesta di asilo. Al primo di loro, un ragazzo del Gambia, in questi giorni non è stato riconosciuto lo status di rifugiato politico. "Tra un po' il CoroMoro sarà fatto solamente da clandestini", prevede Luca Baraldo, "e noi continueremo a tenerli ma quando uno è un clandestino diventa un paria, un invisibile".

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