Corleone, arrestati 6 capi mafiosi: discutevano su come uccidere Alfano
"Sono saliti grazie a noi e ora si sono dimenticati tutti"
“Dovrebbe fare la fine di Kennedy”. Così alcuni mafiosi arrestati stanotte dai carabinieri pensavano di colpire il ministro dell’Interno Alfano, responsabile dell’inasprimento del 41bis.
Emerge da un’intercettazione nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Palermo che la scorsa notte ha portato all’arresto di 6 presunti mafiosi a Corleone. Si pensa siano i capi della “nuova mafia” che tenta di riorganizzarsi dopo i colpi ricevuti con gli arresti di Riina e Provenzano.
Dalle intercettazioni emergono frasi inquietanti, e non solo per le minacce al Minsitro degli interni. “Se c’è l’accordo gli cafuddiamo (diamo ndr) una botta in testa. Sono saliti grazie a noi. Angelino Alfano è un porco. Chi l’ha portato qua con i voti degli amici? E’ andato a finire là con Berlusconi e ora si sono dimenticati tutti”.
Ad Alfano i mafiosi rimproverano in particolare di aver inasprito l’articolo 41 bis sulla detenzione dei mafiosi. “Dalle galere dicono cose tinte (brutte ndr) su di lui”, commentano i mafiosi Masaracchia e Pillitteri, riferendosi alle lamentele dei boss carcerati sul ministro dell’Interno. “E’ un cane per tutti i carcerati Angelino Alfano”, aggiungono.
Poi il riferimento a Kennedy, presidente degli Stati Uniti ucciso nel 1993. “Perché a Kennedy chi se l’è masticato (chi l’ha ucciso ndr)? Noi altri in America. E ha fatto le stesse cose: che prima è salito e poi se li è scordati”. Nella conversazione i due mafiosi accennano, dunque, alla circostanza che Kennedy sarebbe stato eliminato dalla mafia perché, eletto coi voti dei boss, non avrebbe poi mantenuti i “patti”.
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