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Bruxelles rinuncia alla procedura d’infrazione sul debito italiano

Il commissario europeo agli affari economici e finanziari Pierre Moscovici (sinistra) e il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis al termine della riunione sul bilancio italiano. Keystone

Dopo due mesi di febbrili trattative tra Roma e Bruxelles l’Italia è riuscita a evitare la procedura d’infrazione per debito eccessivo.

È stato lo stesso vicepresidente della Commissione Ue, il falco Valdis Dombrovskis, a comunicare la decisione al termine della riunione di mercoledì in cui l’organo esecutivo continentale ha esaminato il caso italiano.

La soluzione concordata “non è ideale, non risolve a lungo termine i problemi economici italiani, ma ci consente di evitare per ora di aprire una procedura per debito, posto che le misure negoziate siano attuate integralmente”, ha sottolineato il commissario lettone, che ha anche indicato l’ammontare esatto – 10,25 miliardi di euro – delle misure addizionali frutto del compromesso raggiunto.

Ridotto il deficit strutturale

Fonti europee hanno confermato la correzione delle stime sulla crescita (+1% al posto del 1,5% indicato nella prima versione del governo italiano) e sul deficit, sceso dal 2,4% al 2,04%.

Ma soprattutto, al di là degli aspetti quantitativi, nel nuovo documento viene ulteriormente ridotto il deficit strutturale, vale a dire la quota dei passivi al netto delle misure una tantum e della congiuntura economica su entrate e uscite. Bruxelles è stata intransigente sul punto, chiedendo di mantenere i livelli del bilancio 2018. In questo senso è stata aumentata di due miliardi, da 18 a 20, la voce relativa alle dismissioni dei beni immobiliari.

Naturalmente per Bruxelles la vicenda non finisce qui. La Commissione, sempre per bocca di Valdis Dombrovskis, fa sapere che monitorerà l’approvazione in Parlamento delle misure negoziate, e “se qualcosa va male, possiamo tornare sulla questione a gennaio”, visto che “la scadenza per l’Ecofin per decidere sulla procedura è sempre febbraio.

Conte: punto d’equilibrio duraturo

“Al termine di difficili trattative, condotte con tenacia”, ha detto da parte sua il premier Giuseppe Conte al Senato, dove viene presentato il maxiemendamento alla manovra concordato con Bruxelles, “abbiamo raggiunto un punto d’equilibrio duraturo, tenendoci a una cifra (del deficit) più alta di quella che l’Europa giudicava adeguata” (2,04% invece dell’1,6% pattuito inizialmente dal ministro dell’economia Giovanni Tria).

Riguardo alle due principali promesse della coalizione gialloverde, il reddito di cittadinanza e quota 100 sulle pensioni, il presidente del Consiglio ha ribadito che saranno implementate secondo il calendario previsto (fine marzo) e il numero dei potenziali beneficiari resta immutato.

Le nuove misure della manovra

Tra le novità della manovra, come era stato anticipato nelle ultime ore, ci sarà la webtax, la nuova tassa sulle transazioni elettroniche che partirà già da gennaio e un’imposta unica sui giochi. Tra le altre misure previste l’attivazione della clausola di salvaguardia sull’Iva, che impone al governo di trovare le risorse necessarie per scongiurare l’aumento d’imposta, e il blocco dell’indicizzazione delle pensioni più elevate.

Sarà comunque inevitabile, al di là dei proclami di circostanza, una rimodulazione, nei termini che verranno illustrati nel dettaglio prossimamente, del reddito di cittadinanza e della quota 100.

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La palla passa ora alle due Camere, partendo da Palazzo Madama, dove la nuova legge di bilancio rischia di tenere occupati i parlamentari anche nei giorni delle festività natalizie.

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